sabato 1 novembre 2008

IUniScuola.DEL BUE, RILANCIAMO INTESA CON SOCIALISTI


DEL BUE, RILANCIAMO INTESA CON SOCIALISTI
Parlando al congresso dei Radicali italiani Mauro Del Bue, della segreteria nazionale del Partito socialista, ma anche iscritto alla galassia radicale, ha richiamato il progetto lanciato a Chianciano nel maggio scorso. "E' giunto il momento - ha sostenuto Del Bue - di pensare alla nascita di un'area socialista, radicale, laica e liberale da presentare alle prossime elezioni europee, soprattutto se, come sembra, la legge restera' quella che e'. Si aprono uno spazio e un'opportunita' di scelta per coloro che non credono al progetto del Partito democratico e non vogliono contestarlo da posizioni massimaliste. Radicali e socialisti non hanno partecipato alla manifestazione dei "due milioni o duecentomila" e non hanno aderito al referendum sulla scuola. Per di piu' sono impegnati sul versante della laicita' e della riforma dello stato sociale. Hanno quasi tutto in comune". "Per di piu' oggi - prosegue - alla luce della grave crisi economica e finanziaria e della contestazione studentesca, appare lungimirante l'idea di Emma Bonino di contestare la revisione dello 'scalone' che e' costata 5miliardi per poi dovere tagliare i fondi alla ricerca e alla scuola italiana che ha bisogno di tagli selettivi, ma anche di risorse per cambiare".

IUniScuola.radicali: bonino a pd, non cercate di omologarci



radicali: bonino a pd, non cercate di omologarci
«il referendum su cosa lo facciamo, sul grembiule?»

"Non cercate di omologarci, non abbiamo mai avuto paura delle contaminazioni, siamo consapevoli e coscienti delle cose in cui crediamo. Siete voi che vi arroccate e mi sembra per voi una grande perdita, ma come abbiamo gia' detto non molleremo, fino all'ultimo momento utile". Lo ha detto il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, nel suo intervento al settimo congresso dei Radicali Italiani, in corso a Chianciano Terme (Siena), rivolgendosi a Walter Veltroni che non ha accettato l'invito a partecipare al congresso. Bonino ha poi sottolineato che "manca una sinergia tra Pd e Radicali Italiani per un progetto di medio periodo. Molti nel Pd apprezzano la consistenza della nostra proposta, la disciplina, il senso della realta'. Crediamo che il nostro lavoro sia apprezzato da compagni e avversari. Il problema - ha concluso la vicepresidente del Senato - e' che non c'e' un contatto di partito, facciamo le nostre iniziative, ma non c'e' una sinergia e un dialogo di partito per guardare a medio termine".(Fonte sito web AGI)
*Congresso dei Radicali: dalla Bonino critiche al Pd e al governo
e sulla scuola bacchetta idv e democratici: «il referendum su cosa lo facciamo, sul grembiule?»
L'URL di questo articolo è:
http://www.corriere.it/politica/08_novembre_01/radicali_bonino_c93df374-a81d-11dd-8f5c-00144f02aabc.shtml

Quattro proposte di legge per cambiare l'Italia




I socialisti hanno avviato la raccolta firme per vincolare il parlamento a discutere quattro provvedimenti essenziali per la vita degli italiani. Quattro provvedimenti simbolo del bisogno del cambiamento che parlamento e governo non intendono realizzare.

Elezione di un assemblea costituente per riscrivere la costituzione;
Riduzione delle tariffe pubbliche per difendere il potere d'acquisto delle famiglie;
Nuove regole per combattere la disoccupazione e ridurre la precarietà;
Riconoscimento delle coppie di fatto.

Sono questi i contenuti di una battaglia politica che il Partito Socialista ha intrapreso in tutto il paese per difendere i diritti politici, sociali, economici e civili

I socialisti faranno da megafono alla voce dei cittadini portando in parlamento una battaglia di civiltà.

FIRMA ANCHE TU!
SABATO 15 NOVEMBRE DALLE ORE 16 ALLE ORE 18
VIA DANTE ANGOLO LGO CAIROLI (LATO SINISTRO GUARDANDO IL CASTELLO)>

venerdì 31 ottobre 2008

Dimensionamento: e tu, cosa ne pensi?




Dimensionamento: e tu, cosa ne pensi?

... IUniscuola ha dato via ad un forum tramite e-mail dove raccogliere le opinioni dei lettori ...
e-mail:donofriodino9@gmail.com

>>> Decreto 154/08

IUniScuola
COMUNICATO 20 Ottobre 2008

Scuola Lombarda:mantenimento dei 5.193 plessi se sostenuti dai comuni
interessati


Sono 98 le Istituzioni Scolastiche nella Regione Lombardia individuate
dal MIUR per la revisione del piano regionale di dimensionamento della
rete scolastica .
Numero delle Scuole per Provincia e comuni coinvolti:
Bergamo Istituzioni Scolastiche n.13- comuni 10 ;
Brescia Istituzioni Scolastiche n.24 -comuni 22 ;
Como Istituzioni Scolastiche n. 6 - comuni 5 ;
Cremona Istituzioni Scolastiche n.4 - comuni 2 ;
Lecco Istituzioni Scolastiche n.6 - comuni 6 ;
Lodi Istituzioni Scolastiche n.2 . comuni 2;
Milano Istituzioni Scolastiche n.18-comuni 6;
Mantova Istituzioni Scolastiche n.1-comuni 1;
Pavia Istituzioni Scolastiche n.2-comuni;
Sondrio Istituzioni Scolastiche n.21*- comuni 10;
Varese Istituzioni Scolastiche n.9- comuni 9.
*incluse quelle situate in comuni di montagna

Punti di erogazione del servizio per ordine e grado d’istruzione
Anno scolastico 2008/2009 *5.193
*di cui n.653 plessi con meno di 50 alunni.I comuni a rischio di perdere la scuola sono 648 su 1.546

I plessi o punti di erogazione del servizio scolastico con meno o pari a 50 alunni nei piccoli comuni rappresentano un'istituzione importante anche nelle provincie della Lombardia
A fronte degli Istituti Scolastici che non raggiungono i 500 iscritti (o 300 se situati in zona di montagna)sono molti quelli dove eventuali accorpamenti porterebbero a successivi sdoppiamenti senza alcun risparmio effettivo.
Tenendo anche conto del fatto che il rapporto tra dirigenti scolastici e alunni nella regione Lombardia è 844 ,occorre un puntuale e gradito dimensionamento aumentando gli istituti scolastici per mantenere i 5.193 punti di erogazione del servizio per ordine e grado d’istruzionec che hanno una funzione di presidio del territorio per favorire l'accoglimento degli alunni ed evitare lo spopolamento.
Secondo Leonardo Donofrio di IUniScuola non è prioritaria la soppressione di qualche istituzione scolastica: questo problema viene ora tirato fuori per ridurre i costi.
In una scuola di piccole dimensioni inevitabilmente il costo per alunno è più elevato ,chiuderndole non è prevedibile un risparmio nel tempo.
E' urgente invece continuare il processo per il dimensionamento ottimale prevedendo lo sdoppiamento degli istituti scolastici sovradimensionati con soluzioni adeguate per il mantenimento dei 5.193 plessi se sostenuti dai comuni interessati e gli organici funzionali dei singoli istituti.
LOMBARDIA
Istituzioni scolastiche 1.305

ALUNNI 1.102.712

Numero medio di alunni per Istituzioni scolastiche 844

Numero medio di alunni per istituzione scolastica per provincia:

Bergamo 877 ;Brescia 840; Como 844; Cremona 847; Lecco 765;

Lodi 820;Mantova 835;Milano 860;Pavia 879;Sondrio 595;Varese 859.

ITALIA
Istituzioni scolastiche 10.682

ALUNNI 7.768.506

Numero medio di alunni per Istituzioni scolastiche 727

Elaborazione IUniScuola su dati MIUR

Per ulteriori informazioni e coordinamento delle iniziative scrivere a:

donofriodino9@gmail.com

IUniScuola, La Scuola lombarda licenzierà 3.670 maestri non di ruolo




Giovedì, 11 Set 2008 Comunicato IUniScuola
Nel corrente scolastico i maestri non di ruolo nelle Scuole primarie della Lombardia sono 3.670. Dallo 01.09.2008 potranno essere licenziati per effetto dell’introduzione del Maestro unico,nel dettaglio:
BERGAMO 474;
Brescia 764;
COMO 144;
CREMONA 128;
LECCO 142;
LODI 57;
MANTOVA 133;
MILANO 1.432;
PAVIA 96;
SONDRIO 75;
VARESE 225.

Già dal prossimo anno scolastico potrebbero scattare gli esuberi degli insegnanti elementari di ruolo, in modo rilevante nelle provincie di Pavia,Como,Lodi ,Sondrio e Lecco.
Leonardo Donofrio(foto) Presidente di IUniScuola Sindacato Libero fa un appello sin d’ora ai Dirigenti Scolastici per valutare la correttezza dei licenziamenti,evitando la riduzione dei posti in organico “per cause non ascrivibili al dipendente “, motivo legittimo per iniziare un contenzioso avverso la messa in libertà ,ovvero a casa e senza stipendio. Coordinamento Regionale per la Lombardia

Tra i banchi cresce la dislessia:IUniScuola«Urge una legge»


Tra i banchi cresce la dislessia:IUniScuola«Urge una legge»


La dislessia è una sindrome sempre più diffusa. Il 4-5\% della popolazione scolastica nazionale deve misurarsi con questa difficoltà di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Una percentuale in crescita a cui si allinea, anche se manca una rilevazione specifica, la situazione provinciale.In questo contesto, è necessario porre un'attenzione sempre maggiore a questa problematica, da tanti poco conosciuta, attraverso una duplice attività di formazione e sensibilizzazione.
Ma che cosa è in fondo questa dislessia? Questa "cosa" della quale sentiamo sempre più parlare in ambiente scolastico-educativo con ansia e preoccupazione? Una specie di malattia inguaribile o un problema insormontabile? Il Comune di Buccinasco ha deciso di farsi promotore di iniziative destinate all'informazione ed alla comprensione dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (Dislessia, Discalculia, Disortografia, Disgrafia), perchè una società migliore nasce dalla comprensione dei problemi che il futuro ci riserva, cioè dalla comprensione dei problemi dei nostri figli, perchè sono solo loro il nostro futuro.
Gli insegnanti, al termine dello scorso anno scolastico, hanno denunciato una massiccia presenza di alunni con problemi di dislessia, quindi difficoltà nella lettura, ma anche nell'esposizione della parola. "Attenzione, stiamo parlando di bambini che non sono mai stati ‘indagati' per questi problemi, che quindi, attualmente, sono a piede libero e si aggirano indisturbati per le classi, senza assistenza, senza sostegno"

Dalla presentazione in Senato dell'undicesimo congresso nazionale dell'Aid:


«Leggere, scrivere e fare i conti può essere un'impresa per 350.000 alunni dai 6 ai 18 anni, colpiti da dislessia. Colpa di una disfunzione neurobiologica che interessa le funzioni legate al processo di lettura, scrittura e calcolo, ma senza colpire le funzioni cognitive globali.

"In pratica un giovane dislessico ha un'intelligenza nella media o superiore - spiega Roberta Penge, neuropsichiatra e presidente dell'Associazione italiana dislessia (Aid), alla presentazione oggi in Senato dell'undicesimo congresso nazionale dell'Aid, in programma dal 31 ottobre nella Capitale - ma per colpa di queste disfunzioni può commettere gravi errori ortografici, avere una grafia poco comprensibile, faticare a leggere i testi, invertire lettere e numeri".

Per rendere la vita scolastica di questi ragazzi meno faticosa basterebbero semplici accorgimenti: più tempo per i compiti scritti, possibilità di usare un pc o la calcolatrice, non dover copiare dalla lavagna o leggere ad alta voce. Proprio per aiutare questi giovani studenti l'Aid chiede a gran voce una legge per la dislessia.

"Una norma che riconosca questo problema e favorisca l'integrazione didattica degli alunni con disturbi dell'apprendimento". "Il problema è che solo un piccolo dislessico su quattro viene riconosciuto e, quindi, aiutato. Ancora oggi questo disturbo sfugge alla diagnosi", sottolinea la Penge.

"Dalla fine della prima elementare ci si può accorgere che probabilmente il piccolo è dislessico, ma i sospetti possono venire anche prima. E' il caso dei bimbi che parlano tardi e in modo confuso, e non fanno rime e giochi di parole che appassionano i coetanei. Ma attenzione: solo la metà di questi piccoli - avverte la neuropsichiatra infantile - ha realmente questo disturbo". Alla fine, calcola l'esperta, in una classe di 20 bambini ci sarà un dislessico.

"E' importante dire, anche ai genitori, che grazie a un buon percorso terapeutico e scolastico questi piccoli alunni possono superare l'ostacolo dislessia", assicura l'esperta. Lo dimostrano i tanti dislessici famosi, dagli attori Tom Cruise, Keira Knightley e Orlando Bloom, alla cantante Cher, fino ai grandi 'presunti dislessici' del passato: figure del calibro di Albert Einstein, Winston Churchill e Walt Disney.

Purtroppo non sempre i bambini vengono riconosciuti e aiutati. E i tempi del Servizio sanitario nazionale sono lunghi. "Si va da sei mesi a un anno per la diagnosi, una volta giunta la segnalazione di un caso dalla scuola, a 1-2 anni per l'inizio del trattamento". Quest'anno il Congresso nazionale dell'associazione coincide con l'avvio del dibattito parlamentare per l'approvazione di una legge bipartisan che riconosca la dislessia e favorisca gli interventi di integrazione didattica degli studenti affetti da disturbi dell'apprendimento.

"Attualmente - ricorda la senatrice Vittoria Franco (Pd) - sono in discussione in Parlamento cinque disegni di legge similari, che ricalcano un testo di legge già approvato in sede deliberante dalla Commissione Istruzione del Senato nella scorsa legislatura. Il nostro obiettivo è quello di arrivare finalmente a una legge per la dislessia".

Un testo "che - le fa eco il senatore Franco Asciutti (Pdl) - veda la luce entro la prossima primavera". In assenza di una legge, infatti, la situazione in Italia è spesso così drammatica da aver spinto l'Associazione italiana dislessia a inviare un esposto alla magistratura e al Commissario europeo per i diritti umani, Thomas Hammarberg, per denunciare i diritti negati di migliaia di bambini dislessici.

L'esposto, trasmesso anche ai ministri della Pubblica istruzione, del Welfare e delle Pari opportunità, chiede alle istituzioni di prendere provvedimenti per tutelare questi ragazzi e garantire loro i diritti fondamentali della persona, anche attraverso l'integrazione piena e consapevole nella scuola.

"Un'integrazione che può diventare realtà grazie a pochi, ma significativi interventi: dalla personalizzazione dell'insegnamento alla dotazione di strumenti informatici, fino all'adozione di diversi sistemi di valutazione, senza pregiudicare in alcun modo l'apprendimento della classe", sottolinea la Penge.

"Queste misure sono previste in diverse circolari ministeriali, che però vengono regolarmente disattese in molte scuole italiane - denuncia Rosa Bianca Leo, presidente della sezione Aid di Taranto - È come negare ad un miope l'uso degli occhiali per leggere. Eppure accade. In molte scuole quasi tutte le materie orali vengono svolte con verifiche scritte e i ragazzi dislessici sono sottoposti a estenuanti copiati e riassunti. Gli alunni riferiscono ai genitori di essere spesso sollecitati a fare meglio dagli insegnanti benché questi sappiano che i loro errori sono involontari. È come - conclude - chiedere a un bambino di farsi passare la febbre con la forza di volontà"Fonte: AdnKronos ».

Bankitalia/ Scuola, con prof precari aumenta rischio abbandoni





Penalizzati soprattutto i giovani di famiglie più svantaggiate
Più sono precari gli insegnanti e maggiore è il rischio di abbandono scolastico, soprattutto nel passaggio dalla scuola media alle superiori. È il risultato di uno studio di un ricercatore della Banca d'Italia, Sauro Mocetti, su "La selezione scolastica e le scelte dei giovani tra la fine della scuola media e l'inizio della secondaria superiore". Secondo il 'working paper' pubblicato da Palazzo Koch, i "rischi di insuccesso scolastico si riducono in presenza di una più favorevole composizione del corpo docente, vale a dire una minore incidenza di insegnanti con contratti a tempo determinato, di migliori infrastrutture scolastiche e di una maggiore diffusione del tempo prolungato nella scuola media". Quest'ultimo fattore, in particolare, sarebbe "particolarmente importante per i figli di genitori meno scolarizzati".
La ricerca - che si basa su indagini Istat e dati sull'offerta scolastica locale - dimostra che "una larga parte della dispersione scolastica, la cui riduzione è tra i principali obiettivi dell'Unione europea, si genera nella transizione tra il primo ciclo di istruzione, che termina con il conseguimento della licenza media, e la scuola secondaria superiore. Già a 15 anni l'8% dei giovani è in ritardo rispetto al regolare corso degli studi e oltre il 4% è fuori dal sistema scolastico, con valori significativamente più elevati nel Mezzogiorno".

Per un quindicenne, "la probabilità di essere in ritardo rispetto al regolare corso degli studi è fortemente correlata con lo status socioeconomico del padre e con il capitale culturale presente in famiglia, misurato dal livello di scolarità dei genitori: i figli di genitori con la sola licenza media ripetono l'anno con una probabilità 10 volte superiore a quella dei figli di genitori laureati". Tra quelli che raggiungono la licenza di terza media, poi, "la variabile più importante nello spiegare il successivo abbandono scolastico è il ritardo accumulato nella scuola media, soprattutto per i figli dei genitori meno scolarizzati".

Tra i ragazzi che proseguono gli studi, spiega la ricerca, "la scelta del tipo di scuola riflette prevalentemente lo status socioeconomico della famiglia di origine e la canalizzazione degli studenti riproduce la stratificazione sociale tra le scuole. Un più alto livello di scolarità dei genitori è associato a una maggiore probabilità di scegliere i licei". Al contrario, "i figli di operai e lavoratori indipendenti mostrano una maggiore propensione a scegliere istituti tecnici e professionali, così come coloro che hanno accumulato un ritardo nella scuola media". Inoltre, "la probabilità di iscriversi alla secondaria superiore, specialmente negli istituti tecnici e professionali, risulta maggiore in presenza di una più elevata incidenza del terziario nel mercato del lavoro locale".

Nel complesso, conclude lo studio di Bankitalia, "i risultati della ricerca evidenziano la difficoltà del sistema scolastico a offrire ai giovani, soprattutto a quelli provenienti da famiglie più svantaggiate, adeguate risorse e opportunità formative col risultato di rinforzare, a partire dalla scuola dell'obbligo, i meccanismi di stratificazione sociale".

Fonte Apcom

IUniScuola.ATA:Graduatorie d'istituto Provvisorie II e III fascia-Visualizzazione delle posizioni.




IUniScuola 29 ottobre 2008


ATA:Graduatorie d'istituto Provvisorie II e III fascia-Visualizzazione delle posizioni.

L'applicazione che segue ha lo scopo di rendere nota, al personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (in seguito A.T.A.) incluso nelle graduatorie di circolo e d'istituto, la posizione assunta nelle graduatorie d'istituto provvisorie e definitive di ciascuna fascia. La consultazione delle graduatorie diffuse tramite il sistema informativo alle istituzioni scolastiche, comporta, infatti, un'analisi puntuale delle stesse presso ogni istituzione scolastica richiesta. Questa applicazione, invece, per ciascuna graduatoria in cui l'aspirante è incluso, ha il vantaggio di prospettare, in un'unica soluzione, le posizioni in graduatoria assunte su tutte le sedi richieste.continua...
L'URL per la Visualizzazione delle posizioni è:
www.pubblica.istruzione.it/reclutamento/grad_istituto_ata_08.shtml

IUniScuola. Numeri e bugie sulla Scuola

IUniScuola. Numeri e bugie sulla Scuola
Dal dossier "Tutte le bugie del premier sulla scuola" e "Tutte le bugie della sinistra sulla scuola" al "dossier verità" di Tuttoscuola che evidenzia incongruenze e approssimazioni e riporta tutti i dati per un confronto corretto.
L'URL del "dossier verità" è:
http://www.tuttoscuola.com/speciali/dossier_verita.pdf

domenica 26 ottobre 2008

Massimo Teodori al Grand Hotel dei laici

Controtendenza
Massimo Teodori al Grand Hotel dei laici

Creare “una moderna forza di democrazia laica, al confine tra la liberaldemocrazia e il radicalismo socialista” non è compito agevole, nel nostro paese, come dovette sperimentare, a sue spese, il Partito d’Azione “una forza nuova non impastoiata nelle diatribe dei vecchi partiti che avevano portato alla sconfitta i ceti liberali e democratici nel prefascismo"continua...
L'URL di questo articolo è:
www.loccidentale.it/articolo/massimo+teodori+al+grand+hotel+dei+laici.0060443

IUniScuola.Dalla Rocca dei Rettori tre proposte agli Stati generali "Scuola del Mezzogiorno"

IUniScuola 29 Ottobre 2008
Dalla Rocca dei Rettori tre proposte agli Stati generali "Scuola del Mezzogiorno"“Proporremo un dimensionamento scolastico esattamente identico a quello dello scorso anno”: questa la dichiarazione dell’assessore regionale all’istruzione Corrado Gabriele nel corso degli Stati generali della Scuola del Sannio, presso la Sala Consiliare della Rocca dei Rettori sul tema un “Incontro con le Istituzioni e la Scuola”, in preparazione degli Stati generali delle Scuola del Mezzogiorno, fissati dal 7 al 9 novembre 2008 in Castelvolturno.

La Regione intende, dunque, confermare le Istituzioni scolastiche vigenti. La dichiarazione forte è caduta nel mezzo di un'aula affollata nella quale erano presenti sindaci, consiglieri e assessori provinciali, dirigenti scolastici, docenti e operatori scolastici e sindacalisti, e nella quale era forte ed avvertita la preoccupazione dei tagli governativi paventati con il provvedimento del ìministro Gelmini approvato proprio oggi in via definita dal Senato.

La seduta si era avviata con una polemica notazione dell’assessore provinciale all’istruzione ed edilizia scolastica Mariella Cirocco che aveva detto: “A Sant'Arcangelo Trimonte resterà la discarica regionale, ma non la scuola”.

L’assessore provinciale ha poi illustrato le conseguenze del provvedimento noto come Riforma Gelmini su un territorio come quello sannita, caratterizzato da piccoli comuni, la gran parte dei quali insistenti in aree montane. La concomitante approvazione della legge di riforma delle Comunità montane ha escluso molti comuni da possibili deroghe: così molte scuole saranno chiuse e anche i bambini più piccoli dovranno sottoporsi ogni giorno a defatiganti trasferte. Cirocco infine ha indicato i numeri dei posti di lavoro che andranno persi.

Il provveditore Mario Pedicini ha affermato che le comunità locali e la stessa Scuola devono raggiungere obiettivi di contenimento di spesa. “In questi giorni - ha detto - sono state compulsate tutte le realtà locali; ma non sono venute dal basso le proposte di soluzione del problema della definizione dei limiti, le deroghe, dei parametri ai provvedimenti restrittivi. La Regione Campania non ci ha ancora dato tali criteri, cioè il “range” di oscillazione del numero minimo degli studenti con relative deroghe”. Il provveditore ha anche ammesso che nel passato sono state autorizzate con una certa larghezza nuove istituzioni scolastiche che oggi è difficile giustificare.

Il sindaco di Faicchio Mario Borrelli ha chiesto di non utilizzare criteri ragioneristici nella riorganizzazione della Scuola e di salvare l'Istituto del turismo della propria cittadina.

Giorgio Carlo Nista, vice sindaco di Colle Sannita, ha chiesto lumi sulla ipotesi di verticalizzazione “tout court” dalla materna alle Superiori, nonché sulla coabitazione di comuni montani e non montani.

Vincenzo Delli Veneri, a nome dell’ organizzazione sindacale CGIL, ha affermato che “non possiamo conservare il nostro piccolo orticello come se niente fosse successo oggi in Senato: stiamo infatti assistendo ad una vera e propria destrutturazione della scuola pubblica”.

L’assessore Gabriele, chiudendo i lavori e nel confermare che non intende sopprimere alcuna scuola, ha ribadito che la Regione ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la legge del dimensionamento. Egli inoltre ha assicurato che il provvedimento regionale sul dimensionamento scolastico, confermativo del precedente, sarà approvato entro il 30 novembre al fine di non incorrere in alcun provvedimento commissariale da parte del Governo.

“A Benevento tutte le scuole di cui il territorio ha bisogno resteranno aperte”, ha aggiunto. Ha poi affermato di avere chiara la sensazione della preoccupazione circa le autonomie scolastiche: quasi la metà infatti delle dirigenze scolastiche non ha i numeri rispetto al provvedimento Gelmini. “Il provvedimento del ministro tuttavia - ha detto Gabriele - non è passato nemmeno per le Commissioni parlamentari, né per la Conferenza Stato-Regioni o per il confronto con i sindacati ed il Paese”.

L'assessore ha chiesto dunque la possibilità di avviare un esercizio di democrazia sul territorio, anche sul Piano dell'Offerta Formativa, partendo dalle Province per chiudersi in Regione Campania.

Gabriele ha quindi spiegato: “Il numero delle autonomie scolastiche è già stato stabilito per legge e quindi il Piano precedente che prevede 83 dirigenze scolastiche non è stato in alcun modo cambiato”. L'assessore proporrà dunque un dimensionamento scolastico esattamente identico a quello dello scorso anno. “La Corte Costituzionale - ha aggiunto Gabriele - ha stabilito che le competenze della Regione sulla scuola sono esclusive, compresa quella sugli operatori non docenti della Scuola. E la Regione non intende abdicare a questo suo ruolo. La Scuola ha una funzione fondamentale del nostro Paese: siamo per questo conservatori, ma siamo anche innovatori, vogliamo infatti trasformarla. Gli Stati Generali vogliono rispondere ad un danno irreversibile nei confronti dei nostri figli. Nel Sud c'è il 35% degli abitanti del Paese ed il 65% della povertà: le condizioni di reddito e sociali sono gravemente compromesse. Gli abitanti del Sud hanno un grave deficit formativo rispetto agli altri. Le risorse finanziarie per le borse di studio e buoni-libro si ridurranno del 25%; si azzereranno i fondi per le costruzioni delle Scuole: ma in queste condizioni perché vogliamo fare un dimensionamento scolastico uguale agli anni precedenti?”.

Infine Gabriele ha lanciato tre proposte. “Prima: il ricorso alla Corte Costituzionale deve essere accompagnata da una raccolta di firme abrogative del provvedimento ed associarsi a cura di tutti i sindaci del Sannio.

Seconda: accanto alle riunione per il dimensionamento e agli incontri che ci saranno dovranno riunire i Collegi dei docenti e i Consigli d'Istituto per chiedere il tempo pieno, anche se non ci sono le strutture: infatti i soldi per pagare gli insegnanti di religione, che costano 700 milioni di Euro ogni anno non saranno toccati - a differenza di quanto accade per gli insegnanti di inglese.

Terza proposta: fare come con l'Alitalia; cioè dobbiamo salvare anche la Scuola pubblica individuando le risorse sul Fondo Sociale e Fondo strutturale per un miliardo e mezzo di Euro per qualificare l'offerta formativa sul territorio meridionale”.
Resconto Ufficio Stampa Provincia di Benevento
Fonte: il Quaderno.it

Giorno della Memoria …mettiamo una candela accesa





IUNISCUOLA AI DIRIGENTI SCOLASTICI,DOCENTI E ATA:
Giorno della Memoria …
mettiamo una candela accesa



L'URL della Locandina è:
www.iuniscuola.it/public/document/Shoah.doc

Visita medica della lavoratrice della P.A. con contratto a termine in maternità

Visita medica della lavoratrice della P.A. con contratto a termine in maternità

Con sentenza del 9 settembre 2008, n. 22887 la Sezione lavoro della suprema Corte di Cassazione ha chiarito che nel pubblico impiego se alla visita medica la lavoratrice gestante assunta con contratto a termine risulta essere incinta, deve comunque esserle riconosciuta l’indennità di maternità.
A tale riguardo la Corte di Cassazione ha chiarito che se il datore di lavoro intende fare ulteriori visite di controllo queste potranno essere richieste solo tramite la DPL –Servizio Ispezione del lavoro e non tramite la ASL., come è stato fatto nel suo caso.

Fatto e diritto
Una postina era stata assunta a termine, per il periodo estivo per trenta giorni prorogabili fino ad una massimo di novanta, con la qualifica di agente straordinario.
Nel momento di prendere servizio era stato accertato il suo stato di gravidanza che indusse l’Amministrazione ad inviarla a visita medica di controllo.
Dopodiché accertato il suo stato di gravidanza con telegramma le si comunicava che era stata sollevata dall'incarico - fermo restando il pagamento del lavoro prestato.
La postina impugnato il licenziamento si era visto riconosciuto il diritto all’indennità di maternità dal giudice di primo grado. Avverso la sentenza di primo grado, infatti, la società era ricorsa in Corte di Appello ed aveva chiesto il rigetto della domanda e la condanna della controparte alla restituzione di quanto percepito in forza della sentenza di primo grado.
Però la Corte di Appello rigettava il ricorso della postina che si costituiva per resisteva al gravame.

La decisione della Corte di Cassazione
La sezione lavoro della Corte di Cassazione ha stabilito che qualora il datore di lavoro intende effettuare ulteriori visite di controllo potranno richiederle solo tramite la DPL –Servizio Ispezione del lavoro e non tramite la ASL..
La sezione lavoro della Corte di Cassazione ha chiarito, inoltre, che l’indennità di maternità compete alla lavoratrice gestante sospesa, assente dal lavoro senza retribuzione o disoccupata da meno di sessanta giorni dall'inizio del periodo di astensione obbligatoria dal lavoro», «indipendentemente dalla natura della attività prestata dall'assicurata anteriormente all’inizio del periodo di disoccupazione, dal soggetto tenuto alla prestazione (che, per i dipendenti, pubblici, è l'amministrazione o l’ente di appartenenza...) e dall'esistenza di una specifica contribuzione...».
Per tale ragione la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice essendo, peraltro, parimenti pacifico che, nella fattispecie, neppure è stato superato il termine di 60 gg. di cui all'art. 17 comma 2 della legge 1204/71. La impugnata sentenza è stata quindi, cassata e, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, la causa deve essere decisa nel merito, dichiarandosi comunque il diritto della lavoratrice alla indennità di maternità come riconosciutale dalla sentenza di primo grado.

L'URL di questo articolo è:

http://www.diariodelweb.it/Articolo/Lavoro/?d=20081021&id=50983