lunedì 9 dicembre 2019

Dopo il crollo del muro. Le due Europe, la fine del comunismo e i Populismi dell’Est


Uno dei problemi dell’Europa contemporanea è la scarsa
conoscenza reciproca fra i suoi popoli e le sue culture.
Il processo d’integrazione europea dopo la seconda
guerra mondiale si è sviluppato per ragioni politiche
(la riconciliazione franco-tedesca e franco-italiana,
il contenimento della minaccia sovietica) e economiche
(la creazione di un mercato comune di merci e servizi,
il bisogno di alcuni Paesi di esportare emigrazione e
di altri di ricevere manodopera a basso costo, ecc.),
 dedicando scarsa attenzione alla dimensione culturale.
Non vi è stato un grande sforzo comune, come lamentava
 profeticamente Rosario Romeo, di creare una cultura
insieme a un mercato e a istituzioni sovranazionali continentali.
Creare una cultura europea non significa omogeneizzare e
cancellare le varie culture nazionali esistenti nel continente,
quanto creare le condizioni e gli strumenti per farle dialogare
e conoscere l’un l’altra, sforzandosi di delineare valori e progetti
comuni. LEGGI TUTTO
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domenica 31 marzo 2019

Appello di Macron “Per un Rinascimento europeo”: l’apprezzamento dell’Unione dei Federalisti Europei

L’apprezzamento dell’Unione dei Federalisti Europei e del Movimento Federalista Europeo per il Manifesto che il Presidente Macron presenta oggi in tutta Europa


Oggi Emmanuel Macron, con grande coraggio e visione rilancia l’Europa che vogliamo e per cui ci battiamo: l’Europa dei cittadini, della partecipazione popolare e della democrazia, che moltiplichi protezioni, sicurezze e libertà per gli Europei. Scudo sociale europeo e salario minimo europeo, nuova politica industriale, difesa comune, banca per il clima, diritto d’asilo comune e controllo comune delle frontiere esterne sono proposte molto concrete: le proponiamo da tempo e rispondono ai nuovi bisogni degli Europei. Su questo piattaforma progressista di Macron possiamo e dobbiamo costruire una nuova maggioranza politica al Parlamento europeo dopo le elezioni, come proponiamo anche nel nostro Manifesto dell’Unione dei Federalisti Europei”, commenta Sandro Gozi, Presidente dell’Unione dei Federalisti Europei. E Luisa Trumellini e Giorgio Anselmi, rispettivamente Segretaria e Presidente del Movimento Federalista Europeo, la sezione italiana dell’UEF, a loro volta sottolineano: “Con questa lettera indirizzata ai cittadini di tutti i 28 Stati dell’Unione europea, nelle rispettive lingue, Macron, a quasi un anno e mezzo dal discorso della Sorbona, riprende le redini dell’iniziativa sull’Europa. Il suo è un progetto forte e preciso: propone di convocare una Conferenza per l’Europa, con i rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati, e con il coinvolgimento dei cittadini, degli esperti, delle parti sociali; una Conferenza che definisca la roadmap dei cambiamenti necessari per realizzare questo nuovo progetto politico europeo, senza tabù: né quello della revisione dei trattati, né quello delle possibili divisioni tra Stato membri. E’ Macron stesso a porre la domanda: Cosa è meglio? Un’Europa fossilizzata o un’Europa che progredisce, talvolta a ritmi diversi, rimanendo aperta a tutti?” “Ora dobbiamo mobilitarci in tutto il continente perché tutto questo diventi realtà il prima possibile. Noi siamo pronti e faremo la nostra parte in tutti gli Stati membri dell’Unione. Aiutateci e partecipate anche voi!” si appella Sandro Gozi.


Per approfondire http://www.strettoweb.com/2019/03/unione-federalisti-europei-macron/811653/#uXot9pzffG6hIrk5.99

ELEZIONI EUROPEE 2019:QUANDO SI VOTA?,CHI VOTA?,REGOLE COMUNI?,PERCHE' SI VOTA?



Il Parlamento europeo è l'unica istituzione europea i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini, e le elezioni sono alle porte. Tra il 23 e il 26 maggio 2019 circa 400 milioni di europei si recheranno alle urne per eleggere i loro rappresentanti a Strasburgo.
Per chi vota in Italia, appuntamento domenica 26 maggio in tutti i seggi elettorali! Di seguito troverete alcune informazioni che speriamo possano esservi utili.

QUANDO SI VOTA?

Le prossime elezioni del Parlamento europeo si terranno in tutti gli Stati membri dell'Unione europea fra il 23 e il 26 maggio 2019, con calendario variabile a seconda dei Paesi. In Italia si voterà domenica 26 maggio.
La legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147), all'art. 1 - comma 399, stabilisce infatti che: "A decorrere dal 2014 le operazioni di votazione in occasione delle consultazioni elettorali o referendarie si svolgono nella sola giornata della domenica, dalle ore 7 alle ore 23"


CHI VOTA?

Saranno chiamati alle consultazioni elettorali tutti i cittadini aventi diritto al voto di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea (circa 400 milioni di persone).

Sarà la nona volta che i cittadini dell'UE si recheranno alle urne per eleggere i rappresentanti del Parlamento europeo. Le prime elezioni a suffragio universale si sono tenute nel 1979.

In 4 stati (Belgio, Cipro, Grecia, Lussemburgo) è obbligatorio recarsi alle urne mentre in tutti gli altri è facoltativo.
In Italia votare è considerato un "dovere civico" (Costituzione della Repubblica Italiana - Parte prima, Diritti e doveri dei cittadini - Titolo IV, Art. 48)


Dal 1979, anno delle prime elezioni a suffragio universale per il Parlamento europeo, la percentuale dei votanti è andata calando: da 61,99% (quando l'UE si componeva di 9 stati membri) al 42,61% nel 2014 (28 Stati membri).

Nel 2014 l'affluenza media ha fatto registrare notevoli differenze tra i vari paesi. Ai primi posti il Belgio (89,64%) e il Lussemburgo (85,55%) - dove il voto è obbligatorio-, seguiti da Malta (74,08%). Fanalino di coda la Slovacchia con una percentuale di votanti del 13,05%. Tra i grandi paesi la Germania con il 48,01% e la Francia con il 42,43%. In Italia ha invece votato il 57,22% degli aventi diritto.

Per cercare di invertire la tendenza, coinvolgendo i cittadini nel processo democratico, l'Unione europea ha avviato una campagna informativa di invito al voto, nella quale tutti possiamo impegnarci per portare il nostro contributo. Scopri di più su stavoltavoto.eu.


REGOLE COMUNI?

Alcune si:

  • fin dal 1979 gli eurodeputati sono eletti ogni 5 anni per suffragio universale diretto, ossia scelti direttamente dai cittadini;
  • la rappresentanza è proporzionale;
  • le elezioni si svolgono contemporaneamente in tutti i paesi dell'Unione;
  • per votare occorre avere compiuto i 18 anni, tranne in Austria dove ne bastano 16;
  • un elettore può esprimere un solo voto;
  • il voto è libero segreto;
  • lo spoglio delle schede non può iniziare prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri;
  • la soglia minima d'accesso è libera ma non può eccedere il 5% dei voti validi;
  • vige il divieto del doppio mandato, nazionale ed europeo.

Altre no:

  • i requisiti e l'età minima per candidarsi non sono uguali in tutti i paesi;
  • la legge elettorale;
  • le modalità di voto per i residenti all'estero.
Per sapere di più sulle specificità dei vari Paesi, stiamo preparando un sito che sarà presto online.
I deputati sono eletti con un sistema composto da regole europee e nazionali. Il Parlamento europeo dovrà lavorare in futuro, di concerto con il Consiglio e gli Stati Membri, su una legislazione che sia il più possibile uniforme. Quanto previsto dall'art. 223 (1) del TFUE non è infatti ancora stato realizzato.
TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA - TFUE
Parte sesta, titolo 1, capo 1
Sezione 1 - Il Parlamento europeo
Articolo 223 (1)
Il Parlamento europeo elabora un progetto volto a stabilire le disposizioni necessarie per permettere l'elezione dei suoi membri a suffragio universale diretto, secondo una procedura uniforme in tutti gli Stati membri o secondo i principi comuni a tutti gli Stati membri.

Il Consiglio, deliberando all'unanimità secondo una procedura legislativa speciale e previa approvazione del Parlamento europeo che si pronuncia alla maggioranza dei membri che lo compongono, stabilisce le disposizioni necessarie. Tali disposizioni entrano in vigore previa approvazione degli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali.


PERCHE' SI VOTA?

Si vota per eleggere i deputati che andranno a comporre il Parlamento europeo per i prossimi cinque anni e rappresenteranno gli interessi dei cittadini dell'Unione europea. Il 7 febbraio 2018 il Parlamento ha votato a favore di una riduzione del numero dei suoi seggi, che passerebbe da 751 a 705 dopo l'uscita del Regno Unito dall'UE (marzo 2019). 
Il numero dei deputati di uno stato membro è calcolato in base alla sua popolazione; tuttavia si va da un minimo di 6 (Cipro, Estonia, Lussemburgo e Malta) a un massimo di 96 deputati (Germania) per ciascuno stato.

I risultati elettorali influenzeranno anche l'elezione del Presidente della Commissione europea: è la procedura del "candidato principale" (Spitzenkandidat). Per la prima volta nel 2014 i partiti politici europei hanno nominato i propri candidati alla presidenza della CE, al fine di rafforzare la legittimità politica sia del Parlamento che della Commissione. Il Parlamento ha avvertito di essere pronto a respingere qualsiasi candidato, nella procedura d'investitura del Presidente della Commissione, che non sia stato nominato  di un partito politico europeo in vista delle elezioni europee del 2019.

Si vota per influenzare le decisioni che riguardano la propria vita e quella di 505 milioni di cittadini, e incidere sul futuro dell'Unione europea anche per le generazioni che verranno. Il Parlamento europeo stabilisce leggi che riguardano tutti e che vengono recepite nella legislazione nazionale, e decide su come verranno spesi i soldi dell'Unione europea (che sono i soldi dei cittadini europei).

Il Parlamento europeo legifera su materie che toccano la nostra vita di tutti i giorni, come: agricoltura e pesca, sviluppo regionale, protezione dei consumatori e sicurezza alimentare, trasporti, ambiente ed energia, salute, cultura, istruzione e formazione, commercio, concorrenza, ricerca e innovazione.Il Parlamento europeo è in prima fila nella difesa dei diritti umani nel mondo.






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