venerdì 21 novembre 2008

IUniScuola "DICERIE".Europarlamentari birichini...



Il "j'accuse" della deputata liberale tedesca Koch-Mehrin: i deputati trascurano il lavoro per andarsene con le prostitute. Il presidente del gruppo popolare respinge l'insinuazione e riceve l'appoggio unanime dei colleghi

Chi pensava che il fenomeno della "Casta" fosse esclusivamente italiano si sbaglia di grosso. Al Parlamento europeo recentemente se ne sono viste di tutti i colori. Non sulla crisi bancaria o sulla recessione che sta colpendo i paesi membri dell'Ue. Macché, ci si accapiglia sul sesso. Soprattutto quando l'eurodeputata liberale tedesca Koch-Mehrin ha denunciato che «le strade che portano al Parlamento sono piene di lucciole», e che «i deputati trascurano il lavoro per andarsene con le prostitute».

L'immagine che si ricava dalle affermazioni della Koch-Mehrin è che nell'istituzione europea, oltre al lavoro si faccia la bella vita, soprattutto di notte. In una recente intervista al settimanale tedesco Bunte, l'europarlamentare tedesca ha raccontato papale papale che i deputati, quando vanno a Strasburgo per i 4 giorni della sessione mensile ci vanno «come a un campeggio estivo, come alle gite di classe. Pensano: qui nessuno mi conosce, posso fare ciò che voglio. La casa, la famiglia e gli amici sono lontani, non solo per i deputati, ma anche per i loro dipendenti, i lobbisti e i giornalisti. Dopo le sessioni, si mangia, poi si va in hotel. Oppure si festeggia nei bar». Poverini, forse si sentono soli e hanno nostalgia di casa!

Immediata la reazione dei Joseph Daul, presidente del gruppo popolare, che ha respinto indignato ogni insinuazione, ricevendo l'appoggio "unanime" dei colleghi. Resta il fatto però che molti albergi della zona forniscono sesso come se fosse uno dei tanti servizi in camera. (Libero News)

IUniScuola."Gli Statuti della Valsassina”


LA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI CREMENO

Organizza

presso la SALA RIUNIONI DELLA SEDE DI CREMENO

Via XXV Aprile, 16/18

SABATO 06 DICEMBRE 2008

ALLE ORE 20,30


la presentazione del testo integrale con traduzione e introduzione del volume
"Gli Statuti della Valsassina”
(Le norme della comunità del 1388)


Programma della serata:

- Presentazione del progetto dell’Archivio Pietro Pensa;

- Note alla trascrizione e alla traduzione degli Statuti a cura di Michele Casanova;

- Gli Statuti e la Valsassina a cura di Gabriele Medolago, Federico Oriani e Marco Sampietro;

- Conclusione a cura di Angelo Borghi, Direttore Responsabile della pubblicazione di storia lecchese "Archivi di Lecco".

Il volume sarà disponibile al pubblico nella serata

ENTRATA LIBERA

IUniScuola.Contributi ai Comuni della Lombardia per l'Istruzione

21-11-2008

IUniScuola.Contributi ai Comuni della Lombardia per l'Istruzione
La Regione Lombardia ha approvato la graduatoria deicontributi,afavore dei Comuni, finalizzati al sostegno delle spese per i Servizi per l'accesso all'Istruzione - Anno 2008.
Il decreto e l'allegato.

giovedì 20 novembre 2008

Lettera aperta ai Sindaci e ai Presidenti Comunità montane.


Coordinamento DIRIGENTI SCOLASTICI CONCORSO ORDINARIO
DNA Campania La nuova genetica dei dirigenti scolastici
IUniScuola



Ai Sindaci della Regione Campania

Oggetto : offerta attività di informazione e consulenza IUniScuola- Coordinamento Dirigenti Scolastici – sezione Campania

Autonomie scolastiche: risorse per il territorio

Agli Enti Locali sono attribuite le competenze di organizzazione della rete scolastica, con la finalità di assicurare il diritto allo studio e le opportunità di crescita culturale e sociale per i giovani e l’intera popolazione. Continua...

FORUM LINK WEB:
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mercoledì 19 novembre 2008

Blog di Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: IUniScuola.SCIOPERO SILENZIOSO

Blog di Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: IUniScuola.SCIOPERO SILENZIOSO

IUniScuola.Insegnare in Europa

Dalla formazione degli insegnanti, agli stipendi dei neo-assunti: in tutto il continente si discute del futuro di una delle professioni più importanti del mondo. Cosa vuol dire essere professori in Europa?
ANALISI
Italia: concorso o Ssis?
Diventare insegnanti in Italia è un vero e proprio rompicapo sul quale pende per di più la minaccia della disoccupazione. Il concorso pubblico che permette di accedere al sistema scolastico nazionale è sospeso da anni, cosa che provoca una certa confusione. Nella prospettiva di una riforma del sistema, è stata creata una scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario (Ssis), che in due anni, per 1500 euro all’anno, deve formare i futuri professori. Intanto però, il concorso pubblico non è ancora stato cancellato…Risultato: il sistema che dovrebbe regolare le carriere degli insegnanti, mette oggi in concorrenza i professori nominati per concorso e quelli diplomati alla Ssis. Questo vero e proprio percorso di guerra si deve al balletto delle riforme dei governi che si sono succeduti negli anni. Allo stato attuale non si sa nulla, né del concorso, né della scuola, né quale delle due istituzioni verrà scelta in via definitiva. Questa situazione, di cui nessuno capisce più niente, getta nell’incertezza una folla di stoici studenti. Con 18 ore di presenza a scuola a settimana, gli insegnanti italiani, appena assunti, ricevono un salario che si aggira intorno ai 20mila euro all’anno.
Polonia: sindrome da sovraccarico lavorativo
Non c’è alcun dubbio che diventare insegnanti in Polonia sia questione di vocazione, per varie ragioni: lo stipendio degli insegnanti della scuola pubblica non è molto alto (il secondo più basso d’Europa rispetto al Pil del paese, secondo Eurydice). Varia a seconda dei diplomi e dell’esperienza acquisita, dell’anzianità di insegnamento e infine di quello che viene chiamato “sviluppo professionale” del professore. Ma questo in teoria! «Insegnare è solo una delle mie attività: ci sono molte carte da compilare, per classi da 30 allievi. Abbiamo anche molte riunioni di “auto-formazione”. Ogni due anni, devo seguire un corso di formazione universitaria. Un lavoro che si aggiunge a quello che devo presentare per il mio sviluppo professionale», racconta Agata Plucińska, che insegna studi sociali e geografia in un liceo. Senza contare le aspettative dei genitori rispetto al ruolo degli insegnanti: «La gente spesso crede che i professori siano lì per crescere i loro figli e se qualcosa va male, potete stare sicuri che la colpa è loro…» . La sindrome da sovraccarico lavorativo viene considerato uno dei problemi più gravi che affligge i professori polacchi, insieme a stress e nevrosi. Con 18 ore settimanali di presenza a scuola, gli insegnanti polacchi sono pagati fra 280 e 700 euro al mese.
Germania: niente di cui lamentarsi
| (ne*/flickr)Se credessimo alle lamentele dei professionisti, fare l’insegnante in Germania sarebbe il peggior mestiere possibile. Tuttavia, se confrontiamo la loro condizione con quella dei colleghi europei, i tedeschi sembrano viziati: quattordici settimane di vacanza all’anno, lo status di dipendente statale a vita (seppur con qualche differenza fra est e ovest) e a mezzogiorno si chiudono i libri e si va a casa. Perché in Germania studenti e professori non hanno lezioni il pomeriggio. “Fannulloni stipendiati dallo Stato”: la fama dei professori in Germania è disastrosa. In compenso gli studi per diventarlo sono più lunghi che altrove. Bisogna prima passare l’esame di stato, lo Staatsexamen, poi seguire una formazione professionale di due anni presso il Referendariat. Il tutto inquadrato in un seminario di studio (Studienseminar) del Land, durante il quale il futuro professore deve consegnare dei lavori e “superare un esame” di fronte ad una piccola commissione che lo osserva durante le sue prime lezioni in classe. C’è stata una rivalutazione della professione in questi ultimi anni. Nel 2008, in Germania mancavano 20mila professori, secondo la Federazione dei Filologi. Le regioni iniziano ad assumere sempre più neo-diplomati. Un giovane professore tedesco guadagna, ad inizio carriera, uno stipendio di 30.842 euro l’anno e passa in classe 17 ore a settimana, su un monte ore lavorativo globale di 40.
Spagna: una consistente presenza a scuola
Per diventare professori in Spagna bisogna avere una | (François Hogue/flickr) laurea, conseguita dopo un corso di studi di 4 o 6 anni, o un titolo estero equipollente, e poi seguire dei corsi di formazione pedagogica tenuti dalle università. Per lavorare nella scuola pubblica, bisogna passare un concorso e diventare quindi dipendenti statali. I professori spagnoli passano, rispetto ai loro vicini europei, molto tempo a scuola. Su 35 ore di lavoro settimanali complessive, da 25 a 30 (a seconda della regione di appartenenza) le passano a scuola, in classe o per mansioni di gestione o di lavoro d’equipe (a casa ci sono poi le lezioni da preparare, la formazione continua e le attività pedagogiche). Il salario varia enormemente a seconda delle regioni. Lo stipendio medio degli spagnoli, 27.671 euro all’anno, per un insegnante all’inizio della carriera, segue a ruota quello dei tedeschi, secondo la classificazione dell’Ocse.
Francia: una riforma che fa paura
In Francia è in corso la “riforma della normativa per la formazione degli insegnanti” che dovrebbe entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2010/2011. La futura legge sta suscitando dibattiti nella sale professori di tutto il paese. Invece di un concorso, dopo 3 anni di università gli studenti dovranno conseguire un master in “insegnamento” (quindi ulteriori due anni di studio). I detrattori denunciano già la fine dell’eccellenza e della specializzazione approfondita in una materia specifica. Ad ogni modo, non è ancora stato ufficializzato nessun provvedimento. Il punto dolente, in Francia, riguarda soprattutto i salari, della cui rivalutazione si sta discutendo. Gli stipendi dei professori francesi sono infatti più bassi di quelli dei loro colleghi degli altri paesi dell’Europa occidentale. Al tredicesimo posto nella classifica mondiale stilata dall’Ocse, i neo-professori francesi prendono, come retribuzione di partenza, 20.153 euro all’anno. Hanno 16 ore alla settimana, su un monte ore lavorativo globale di 35.

Fonti : OcseE, Eurydice

Laici del PdL, serve più coraggio

EUTANASIA
Laici del PdL, serve più coraggio
Renato Mannheimer ha finalmente presentato il suo sondaggio giovedì scorso a Porta a Porta, quando la mezzanotte era passata da un pezzo. Vespa ha tentato di liquidare sbrigativamente la questione, pilotando con la consueta abilità la discussione altrove. Questi stessi dati sono stati pubblicati ieri dal Corriere della Sera: due mezze colonne di taglio basso, a pagina 23, sotto un titolo ambiguo (“Testamento biologico ? Uno su due non sa cos’è”). La notizia invece era un’altra, e meritava un titolo in prima pagina: la maggioranza degli italiani è favorevole all’eutanasia. Secondo il sondaggio di Mannheimer, infatti, è “opportuno” introdurre l’eutanasia nel nostro ordinamento per il 65% dei cittadini. Questa percentuale scende al 59% per il testamento biologico, ma solo perché molti non sanno cos’è, spiega il guru dei sondaggisti italiani. La “sospensione dei trattamenti”, infine, dovrebbe essere decisa dal paziente per il 47% degli intervistati, da un familiare per il 22%, da un giudice per il 6% e dal medico per il 5%. Il totale fa 80%, contro un 20% che risponde: da nessuno.
Per l’ennesima volta, anche in questa circostanza l’Italia dimostra di essere molto, ma molto più laica del suo sistema politico. Del resto, lo si sapeva bene. E’ appunto per questo che, nel corso degli ultimi mesi, i sondaggi d’opinione sul caso Englaro sono stati accuratamente evitati o occultati dai grandi mezzi di comunicazione. Monsignor Fisichella mente sapendo di mentire, quando afferma: “Sono convinto che gli italiani in stragrande maggioranza non possano condividere questa conclusione”. Dati alla mano, è vero il contrario e Sua Eccellenza lo sa benissimo. E’ davvero impressionante l’arroganza con la quale cattolici integralisti e gerarchie vaticane pretendono di farsi interpreti dell’opinione pubblica e di impedire che la legge dello Stato italiano venga applicata.
Mentre i fondamentalisti dei partiti di opposizione sono in pieno fermento, con l’Udc e all’interno del Pd, la componente laica e liberale del PdL sembra non trovare la forza per uscire allo scoperto, se non a titolo individuale. Se si eccettuano le prese di posizione coraggiose ma isolate di Benedetto Della Vedova e Chiara Moroni, ben pochi sembrano essere i parlamentari di maggioranza disposti a dare battaglia per una questione di principio e di coscienza di tale portata. Eppure, proprio il sondaggio di cui abbiamo parlato dovrebbe spronarli a farsi interpreti di convinzioni e valori largamente diffusi nella società. Lo stesso Berlusconi, ai tempi della vicenda di Terry Schiavo, si era apertamente espresso a favore dell’eutanasia, dunque certi eccessi di timidezza non sembrano trovare giustificazione, neppure in un malinteso senso dell’opportunismo.
I laici del Pdl dovrebbero prendere esempio da Renzo Tondo, l’anticonformista presidente pidiellino del Friuli che si dichiara orgoglioso del suo conterraneo Beppino Englaro e si schiera senza esitare al suo fianco, per aiutarlo a superare il veto ostruzionistico opposto dalla Lombardia di Roberto Formigoni. Perché queste prese di posizione acquistino peso e significato, tuttavia, è necessario che non si limitino a quei pochi esponenti che vantano un passato liberale, radicale o socialista. E’ il Pdl, nel suo insieme, che dovrebbe trovare la forza di aprire una discussione “senza rete” al proprio interno, per mettere la vita privata dei cittadini al riparo dalla cultura del divieto, della coercizione e dell’obbligo. Altrimenti, che Popolo della Libertà sarebbe ?

di Alessandro Litta Modignani

Blog di Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: Dimensionamento: e tu, cosa ne pensi?

Blog di Dino Dono PER UN FEDERALISMO SCOLASTICO CHE UNISCE ITALIA: Dimensionamento: e tu, cosa ne pensi?
CONTRIBUTO
Le scuole rappresentano un faro e un presidio per il territorio
Tutte le operazioni richieste dal dimensionamento o dall'accorpamento di scuole
si scontrano in primo luogo con problemi logistici. Ci si dimentica che gli
edifici scolastici sono in genere insufficienti già per l'attuale utenza,
figuriamoci con gli accorpamenti. D'altro canto chiudere le scuole nei piccoli
paesi significa affrettare la decadenza in atto di questi ultimi e abbandonare
a un sicuro degrado gli edifici scolastici non più utilizzati e che pure
costituiscono un patrimonio non di poco conto. Le scuole rappresentano un faro
e un presidio per il territorio (inteso come contesto fisico ed antropico
connotato da inconfondibili aspetti geografici, culturali e socio - economici)
da tutti i punti di vista! Questo non significa essere per lo status quo.
Significa valutare a 360 gradi le conseguenze di scelte fatte da un'ottica a
dir poco ristretta, le cui ricadute investono
da emilia.d@iol.it

lunedì 17 novembre 2008

IUniScuola.Suggerimenti operativi per l'integrazione scolastica



Autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo
Con la nota dell' Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia-Romagna prot. 16922 del 12 novembre 2008 e relativi allegati sono stati diramati i suggerimenti operativi per l'integrazione scolastica degli allievi certificati per autismo o disturbi generalizzati dello sviluppo.
L'URL di questo documento è:CLICCA QUI

IUniScuola: PER DORMIRE MEGLIO





NON RESTA CHE VENDERE LA RAI E RESTITUIRE I SOLDI DEL RICAVATO AGLI ITALIANI CHE L’HANNO PAGATA ATTRAVERSO IL CANONE







Mentre in tutto il mondo si discute sulla più grave crisi economica e finanziaria degli ultimi ottanta anni e ci si interroga sui rimedi, il mondo politico italiano si azzuffa sulla presidenza della commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI. Una commissione superflua, ininfluente sulla vita del sistema radiotelevisivo italiano. La sua importanza sta solo nel potere di nomina dei consiglieri di amministrazione del servizio pubblico, compito che potrebbe e dovrebbe essere affidato ad altri.
E’ venuto il momento di dire basta. La RAI non è più, da tempo, un’azienda di servizio pubblico. Al contrario è azienda al servizio di interessi di parte, strumento di potere, ostacolo a qualsiasi innovazione di idee e di uomini che non accettino il metodo della cooptazione.
Privatizzare la RAI è dunque indispensabile. Proponiamo che laici liberali e socialisti si facciano, assieme, promotori di questa battaglia.


>>>I NUMERI DELLA RAI, OVVERO LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI. PD E PDL LA FANNO DA PADRONI, CON LA BENEDIZIONE DELLE ONNIPRESENTI ORGANIZZAZIONI SINDACALI.

Nel silenzio più generale, per i giornalisti si procede ad una selezione clandestina, nessun bando, nessuna comunicazione ufficiale, solo un passaparola interno, con requisiti di accesso quasi impossibili. di Raimondo Magnini

>> LA SOLITA ZUFFA MA IL SERVIZIO PUBBLICO NON ESISTE PIU’. L’AZIENDA E’ SOLO STRUMENTO DI POTERE E OSTACOLO AD OGNI INNOVAZIONE
ttaglio.asp?IDNotizia=3693
Oggi il cosiddetto servizio pubblico decreta il diritto di vita e di morte dei soggetti politici e sociali. Ed è al servizio non tanto delle maggioranze di governo quanto del sistema e dei suoi equilibri politici ed economici. di Nicola Cariglia

EDITORIALE di PENSALIBERO

domenica 16 novembre 2008

Chi sono i veri responsabli delle situazioni fallimentari delle Scuole?




TRE DOMANDE DA IUniScuola :
TU! Cosa ne pensi?;
Quale tipi di interventi ed iniziative si prevede di mettere in atto per risolvere in maniera concreta questo problema?
CHI RISCHIA RICADUTE?


Il dubbio : i Precari,i Docenti di ruolo,gli alunni, gli ATA .i D.sga,i Dirigenti Scolastici,i Dirigenti degli Uffici Scolastici Regionali , Provinciali , del MIUR , i Ministri Economici e quegli strani conti dei pochi bilanci resi pubblici: troppe cose non si spiegano dal 2006
e sono sospette.


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