Il mandato negoziale per le
trattative commerciali con la Ue chiede un accordo di libero scambio sul
modello canadese. Altrimenti Londra è pronta a rompere già a giugno
di Nicol Degli Innocenti
LONDRA - La linea è ancora
più dura del previsto. Il mandato negoziale per le trattative commerciali con
l’Unione Europea, pubblicato oggi dal Governo britannico, chiede un accordo di
libero scambio sul modello canadese. Se non sarà possibile, Londra è disposta
ad abbandonare i negoziati già in giugno e chiudere in anticipo il periodo di
transizione post-Brexit.
Nessun allineamento alle
regole Ue
Downing Street ha ribadito
oggi che la Gran Bretagna intende essere del tutto indipendente e libera da
qualsiasi allineamento alle regole Ue e non ha intenzione di essere soggetta
alla giurisdizione della Corte di Giustizia Europea in caso di dispute.
Londra spera di avere «un accordo di massima» in giugno e di concludere i dettagli entro settembre. Se però nei prossimi mesi non si faranno passi sufficienti, il Governo britannico in giugno «dovrà decidere se l’attenzione del Regno Unito dovrebbe spostarsi dai negoziati e concentrarsi solo sulla continuazione dei preparativi domestici per uscire dal periodo di transizione in modo ordinato ».
Londra spera di avere «un accordo di massima» in giugno e di concludere i dettagli entro settembre. Se però nei prossimi mesi non si faranno passi sufficienti, il Governo britannico in giugno «dovrà decidere se l’attenzione del Regno Unito dovrebbe spostarsi dai negoziati e concentrarsi solo sulla continuazione dei preparativi domestici per uscire dal periodo di transizione in modo ordinato ».
Il Governo di Boris Johnson
respinge quindi le richieste europee di allineamento regolamentare, di parità
di condizioni e di un ruolo per quanto limitato per la Corte europea e anzi
accusa Bruxelles di voler impore «regole più rigide e onerose» per limitare la
sovranità britannica, chiedendo di più di quanto abbia fatto nei negoziati con
il Canada o il Giappone.
I rapporti tra Gran Bretagna e Ue devono essere basati «sulla cooperazione amichevole tra parti sovrane e uguali», secondo Londra, il che vuol dire che entrambe le parti devono rispettare la reciproca «autonomia legislativa». Johnson straccia quindi la dichiarazione politica che era stata concordata e che stabiliva parità di condizioni per una transizione senza scosse.
I rapporti tra Gran Bretagna e Ue devono essere basati «sulla cooperazione amichevole tra parti sovrane e uguali», secondo Londra, il che vuol dire che entrambe le parti devono rispettare la reciproca «autonomia legislativa». Johnson straccia quindi la dichiarazione politica che era stata concordata e che stabiliva parità di condizioni per una transizione senza scosse.
Le richieste di Londra
Il mandato pubblicato oggi
elenca le richieste britanniche, prima fra tutte un accordo di libero scambio
senza tariffe, dazi o limiti quantitativi sulle merci e i prodotti agricoli.
Londra punta anche a raggiungere entro giugno un’intesa sul settore finanziario
basata sull’equivalenza.
Sulla questione-chiave della pesca Londra chiede un accordo a parte, soggetto a negoziati annuali che stabiliscano quote e regole di accesso ai mari. La Gran Bretagna vuole una serie di accordi separati anche sull’aviazione, sull’energia e sull’immigrazione, mentre la Ue ha messo in chiaro di volere un accordo-quadro che comprenda tutto, pesca compresa.
La distanza tra Gran Bretagna e la Ue è quindi vasta, con differenze sulle procedure, sul metodo, sui contenuti e sugli obiettivi. I negoziati che partono lunedì si prospettano tutti in salita.
Sulla questione-chiave della pesca Londra chiede un accordo a parte, soggetto a negoziati annuali che stabiliscano quote e regole di accesso ai mari. La Gran Bretagna vuole una serie di accordi separati anche sull’aviazione, sull’energia e sull’immigrazione, mentre la Ue ha messo in chiaro di volere un accordo-quadro che comprenda tutto, pesca compresa.
La distanza tra Gran Bretagna e la Ue è quindi vasta, con differenze sulle procedure, sul metodo, sui contenuti e sugli obiettivi. I negoziati che partono lunedì si prospettano tutti in salita.