Boris Johnson pronto a trasformare il Regno Unito in un
paradiso fiscale? Con la Brexit non chiude al commercio
Con l’uscita del Regno Unito
dall’Unione Europea molte cose sono cambiate a seguito della Brexit.
Cambiano le regole
per gli stranieri residenti in Inghilterra e per quelli che hanno
intenzione di trasferirsi lì, e anche per i viaggiatori varranno regole
diverse.
L’unico settore al quale il
Primo Ministro Boris Johnson non intendere imporre restrizioni, però, è quello
del commercio (perché tanti – troppi – sono gli interessi in gioco).
Brexit, stretta sugli
stranieri ma non su merci e capitali
La Brexit ha dato al Regno
Unito il potere di stipulare nuovi accordi per la vendita di beni e
servizi in tutto il mondo. Il commercio di beni e capitali con altri paesi
esteri è un’importante trainante dell’economia britannica, da cui andamento
positivo (o negativo) dipendono oggi milioni di posti di lavoro. Messa in
questi termini, dunque, è facile capire come mai il nuovo accordo
commerciale con l’UE, che il Governo di Boris Johnson sarà chiamato presto
a negoziare, rappresenta oggi uno dei tasselli più importanti
dell’affare Brexit.
Niente è deciso ancora ma,
anche se la Francia sembra pronta a non concedere sconti all’Inghilterra, Johnson ha
dichiarato più volte di non voler attuare nessuna stretta sul commercio
internazionale. Al contrario di come è accaduto per la libera circolazione dei
lavoratori europei e delle persone straniere, dunque, su questo fronte il
Primo Ministro pare essere meno rigido (ovviamente, verrebbe da dire).
Brexit, l’accordo sul libero
scambio che può trasformare il Regno Unito in un paradiso fiscale
La rinegoziazione degli
accordi con l’Unione Europea mette di fatto l’Inghilterra nella posizione di
poter procedere – da adesso – con una modifica dei regolamenti
internazionali e nazionali interni. Quello su cui spinge il Governo
inglese, preoccupato delle tariffe sull’import e l’export, è un accordo
sul libero scambio, volto a incoraggiare il commercio – di solito in beni
ma a volte anche in servizi – e renderlo più economico. Come è possibile tutto
questo? Attraverso l’eliminazione o la modifica di tutte le tariffe e le
commissioni per gli scambi transfrontalieri.
Con i nuovi accordi
commerciali, inoltre, Johnson mira a rimuovere i limiti sulla quantità di
merci che possono essere scambiate. Insomma, vista da un altro punto di vista,
parrebbe che il Regno Unito sia pronto a trasformarsi in un vero e
proprio paradiso fiscale, pronto ad accogliere più capitali che persone.
Cosa succede durante il periodo di transizione
In attesa che Unione Europea
e Regno Unito raggiungano l’intesa, e prima dell’entrata in vigore delle nuove
disposizioni, ci sarà comunque un periodo di transazione durante
il quale gli attuali accordi commerciali con l’UE saranno ancora validi (quelli
su mercato unico e unione doganale).
La transizione dovrebbe
concludersi entro il 31 dicembre 2020, ed è probabile che i primi
incontri ufficiali non inizieranno prima delle prime settimane di marzo.
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