sabato 6 giugno 2009

IUniScuola presenta i Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

Solo cinque donne su diciotto

ABRUZZO: Carlo Petracca http://www.abruzzo.istruzione.it/

BASILICATA : Franco Inglese http://www.basilicata.istruzione.it/

CALABRIA: Francesco Mercurio http://www.calabriascuola.it/

CAMPANIA: Alberto Bottino http://www.campania.istruzione.it/

EMILIA Romagna : Marcello Limina http://www.istruzioneer.it/


Friuli V.G : Daniela Beltrame http://www.scuola.fvg.it/welcome.asp

LAZIO: Maddalena Novelli http://www.lazio.istruzione.it/

LIGURIA:Anna Maria Dominici http://www.ufficioscolastico.liguria.it/

LOMBARDIA:Giuseppe Colosio http://www.istruzione.lombardia.it/








MARCHE: Antonio Coccimiglio http://www.marche.istruzione.it/

MOLISE: Giuseppe Boccarello http://www.usrmolise.org/

PIEMONTE: Francesco De Santis http://www.piemonte.istruzione.it/

PUGLIA: Lucrezia Stellacci http://www.puglia.istruzione.it/

SARDEGNA: Armando Pietrella http://www.usrsardegna.it/

SICILIA: Guido Di Stefano http://62.77.63.181/isn_istruzionesicilia_it/default.aspx


TOSCANA:Cesare Angotti http://www.toscana.istruzione.it/

UMBRIA: Nicola Rossi http://istruzione.umbria.it/Default.asp

VENETO: Carmela Palumbo http://www.istruzioneveneto.it/

Valle D'Aosta Ufficio Istruzione e Cultura



Ufficio Scolastico Regionale per il Trentino Alto Adige

Saluto del direttore generale dell'USR Emilia-Romagna, Luigi Catalano


Il direttore generale Luigi Catalano saluta tutti gli operatori della scuola della Regione al termine della sua esperienza in Emilia-Romagna
Cari amici,

in questi giorni concludo un triennio di lavoro in Emilia-Romagna con un profondo senso di riconoscenza nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato nella scuola e per la scuola di questa regione. Un traguardo di lavoro che corrisponde con il compimento dopo tanti anni di attività nella pubblica amministrazione al servizio della scuola. Inevitabilmente è per me anche un’occasione preziosa per tracciare una sorta di consuntivo. A conti fatti, credo di aver ricevuto e dato molto, nelle esperienze che ho realizzato, con quanti ho collaborato.

Un lavoro intenso ed appassionato, ricco di soddisfazioni, che ha consentito il funzionamento “ordinario” della scuola, quel meccanismo complesso in virtù del quale tutti i giorni, come qui in Emilia-Romagna, una popolazione non inferiore a quella di una grande città, si mette in moto e fa sì che in ogni aula scocchi la scintilla di quel rapporto di insegnamento/apprendimento attraverso il quale le generazioni proseguono, innovano e migliorano il cammino dell’umanità.

Se dovessi individuare una connotazione del mio contributo al lavoro svolto negli anni presso l’allora provveditorato di Roma, l’USR per il Piemonte, la direzione generale per la comunicazione del ministero centrale e, fino a ieri, l’USR per l’Emilia-Romagna, credo che consista nell’attenzione alla persona.

Ho sempre cercato nella mia azione amministrativa, insieme al rispetto della legge, anche di dare spazio a quelli che erano i rapporti, le relazioni con le istituzioni e le persone; di dare spazio ai talenti di quanti a vari livelli hanno collaborato con me; di dare spazio al servizio alla persona nelle decine di iniziative, progetti e idee che hanno preso vita negli uffici e nei territori in cui ho lavorato.

Un’attenzione alla persona che ha trovato terreno fertile in Emilia-Romagna, grazie a risultati di qualità che conoscevo bene già prima di assolvere qui il mio compito di direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e che ho apprezzato ogni giorno di più nel contatto diretto con la nostra scuola.

«Nostra». Lasciate che usi ancora questo possessivo che, anche nel momento del saluto, mi unisce a tutti coloro che per la scuola di questa regione hanno lavorato al mio fianco con intenti comuni e con comune determinazione. Parlo di tutto il personale della scuola, dei dirigenti scolastici, di coloro che con diverse funzioni – politiche e amministrative – e a diversi livelli – comunale, provinciale, regionale – si sono confrontati con me dalla prospettiva delle istituzioni locali, così attente al benessere del territorio; e parlo anche degli studenti e dei genitori, che ho incontrato personalmente in numerose occasioni, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali il confronto con i quali è sempre stato animato da rispetto e stima reciproci e, infine, dei miei collaboratori nell’Ufficio regionale e in quelli provinciali: collaboratori che mi sono stati accanto con intelligenza e passione dal primo giorno nel quale ho messo piede nel mio nuovo ufficio fino a questo nel quale, con particolare affetto, li saluto.

In questi rapporti, che ho sempre cercato di tenere vivi e dai quali ho ricevuto molto in termini di valori professionali e umani, in questo lavoro svolto giorno per giorno con i diversi interlocutori per raggiungere l’unico obiettivo di una scuola sempre più all’altezza delle sfide poste dal presente e dal futuro: in tutto questo credo che consista il carattere istituzionale di chi rappresenta sul territorio l’Amministrazione centrale. Nessuna etichetta è più forte e più convincente del “fare” e del “fare insieme”, del trovare sempre, con trasparente percorso, il partner giusto per la soluzione dei problemi. E – permettetemi di dirlo – nessuna critica che si collochi fuori da questo ambito istituzionale, sia essa esplicitamente politica o no, può essere abbastanza forte e convincente da cancellare i risultati di una azione così condotta. Una azione che si è sviluppata in un periodo di forte innovazione del sistema di istruzione e che a questa innovazione, contenuta in norme, indicazioni, regolamenti, ha cercato in primo luogo di dare gambe e braccia, muscoli e sangue e, in secondo luogo, di fornire un terreno di scambio e di confronto: la scuola dell’Emilia-Romagna, infatti, è abituata ad affrontare il nuovo tanto con efficacia operativa quanto con capacità di elaborazione e di produzione culturale e intellettuale. A queste qualità, per altro, non ho guardato come a un dato acquisito, ma come a un patrimonio da incrementare individuando tutte le condizioni per farlo fruttare al meglio.

Credo, perciò, di aver permesso con la mia azione amministrativa la conservazione di standard di qualità elevati nel sistema di istruzione, ma anche di aver dato spazio all’innovazione, termine che oggi è tanto diffuso, ma che, fattivamente, significa aver dato alla scuola tutta “qualcosa di più”.

Questo “di più”, rappresentativo di molte mie esperienze, può essere sicuramente riassunto dall’avvio della “Scuola regionale per dirigenti scolastici” e dall’attivazione di molteplici attività di comunicazione che rispondessero alle esigenze di tutti gli attori del sistema scuola. La scuola per i dirigenti è l’iniziativa di formazione per lo sviluppo professionale dei dirigenti che ha connotato questi ultimi mesi attraverso un programma che parte dal dato acquisito della qualità della nostra scuola per spingersi alla ricerca dell’eccellenza nella organizzazione e nella gestione delle istituzioni scolastiche della regione con nuovi e aggiornati modelli di management e di coordinamento didattico. Un’idea ambiziosa, all’origine, che oggi è una realtà dove far convergere energie intellettuali e collaborazioni istituzionali per dare nuova linfa alla nostra scuola.

Lasciatemi ricordare, poi, le iniziative di comunicazione: per citarne qualcuna, la rassegna delle eccellenze della scuola emiliano-romagnola, Docebo con la sua appendice tecnologica, Docebo_tech, la prima Webtv di un USR a livello nazionale, la carta di servizi culturali per tutto (e sottolineo tutto) il personale che a vario titolo si occupa di scuola in Emilia-Romagna.

Tutte attività portate avanti con la filosofia della rete per convogliare le energie intellettuali delle scuole, di esperti regionali e nazionali, e con ricadute importanti ed effettive sulla qualità del mondo della scuola.

Al momento di congedarmi ho, insomma, alle mie spalle un percorso di lavoro istituzionale nel quale sento di aver profuso il meglio delle mie energie e dal quale so di aver ricavato un arricchimento che, a questo punto della mia carriera, considero un bene particolarmente prezioso in quanto bilancio complessivo e positivo con cui lascio.

Per tutto questo, il mio saluto vuole essere al tempo stesso una espressione di gratitudine e la formulazione di un augurio: che la scuola dell’Emilia-Romagna prosegua nel raggiungimento degli obiettivi che merita oggi di conseguire per la forza della sua tradizione e la sagacia con cui affronta le sfide del nuovo e che sarà capace – ne sono convinto – di raggiungere anche domani.
Un abbraccio a tutti
Bologna, 27 maggio 2009
dal sito USR per l’Emilia-Romagna

venerdì 5 giugno 2009

RIORDINO ISTRUZIONE TECNICA E PROFESSIONALE:POTENZIAMENTO O IMPOVERIMENTO?

In questi giorni è uscito un comunicato stampa del MIUR sul riordino degli Istituti Tecnici,Tu! Cosa ne pensi?

ECCO IL COMUNICATO
Roma, 28 maggio 2009 -Riordino istruzione tecnica e professionale
Finalmente con il riordino dell'istruzione tecnica e professionale, inizia oggi il processo di riforma della scuola secondaria.
Questa mattina, infatti, dopo 78 anni dall'ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali.
Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 come scuole dell'innovazione.
"Il rilancio della cultura tecnica e professionale - ha affermato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini - è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica.
I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale - ha ribadito il ministro - che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale.
Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell'offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro".
Ecco i punti principali dei due regolamenti:
Riordino degli istituti tecnici
Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1.800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 40.307 frequentate da 873.522 alunni.
Con il nuovo Regolamento, invece, si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale.

Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico e tecnologico ed avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Nel settore economico sono stati inseriti 2 indirizzi:
1.amministrativo, finanza e marketing;
2.turismo.
Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:
1.meccanica, meccatronica ed energia;
2.trasporti e logistica;
3.elettronica ed elettrotecnica;
4.informatica e telecomunicazioni;
5.grafica e comunicazione;
6.chimica, materiali e biotecnologie;
7.sistema moda;
8.agraria e agroindustria;
9.costruzioni, ambiente e territorio.
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Più ore di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica laboratoriale, ovvero su una metodologia che considera il laboratorio un modo efficace di fare scuola in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio. Italiano e storia).
Gli indirizzi del settore tecnologico hanno inoltre i seguenti spazi di insegnamento in laboratorio:
•264 ore nel biennio;
•891 ore nel triennio di cui 561 ore in terza e quarta e 330 ore in quinta.


Più autonomia e flessibilità dell'offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un'area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)

Ore dedicate alle 2 aree:
AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore
Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:
•un primo biennio, dedicato all'acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi in funzione orientativa;
•un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni;
•il quinto anno si conclude con l'esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di esperti.

Più inglese
Inoltre sono state incrementate le ore dello studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.
Insegnamento di scienze integrate
E' previsto l'insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di "Scienze della terra e biologia", di "Fisica" e di "Chimica", con l'obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica.
Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l'introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di
•Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;
•l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione pariretica di docenti ed esperti, finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo;
•la realizzazione di un Ufficio tecnico per migliorare l'organizzazione e la funzionalità dei laboratori e la loro sicurezza per le persone e per l'ambiente.
•monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell'Unione europea.
Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.
Per preparare l'applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con una Campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l'anno scolastico 2010/2011.
Riordino istituti professionali
In Italia, attualmente studiano in 1.425 istituti professionali 545.229 alunni, suddivisi in 25.762 classi. Esistono 5 settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Con il riordino dell'istruzione professionale sarà riaffermata l'identità di questo tipo di scuola nell'ambito dell'istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e sul passaggio all'istruzione universitaria.
Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse utilizzate più efficientemente.
I nuovi istituti professionali
Gli istituti professionali si articolano in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrispondono 6 indirizzi.
Il percorso Settore dei servizi si articola negli indirizzi:
1.Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale;
2.Servizi per la manutenzione e l'assistenza tecnica;
3.Servizi socio-sanitari;
4.Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera;
5.Servizi commerciali.
Il percorso Settore industria e artigianato:
1.produzioni artigianali e industriali
Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.
Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).
Più flessibilità dell'offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell'area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.
Nelle quote di flessibilità, è possibile:
•articolare le aree di indirizzo in opzioni;
•introdurre insegnamenti alternativi inclusi in un apposito elenco nazionale, definito con decreto ministeriale, per rispondere a particolari esigenze del mondo del lavoro e delle professioni, senza incorrere in una dispendiosa proliferazione e frammentazione di indirizzi.
La struttura del percorso quinquennale AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore
La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in:
2 bienni e 1 quinto anno
(il secondo biennio è articolato in singole annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione)
Offerta coordinata con la formazione professionale regionale
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell'ambito dell'offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Più laboratorio e tirocini
•Più ore in laboratorio;
•Stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti operativi soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.
Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l'introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di
•Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per favorire l'integrazione disciplinare e la progettazione formativa;
•l'istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione paritetica di docenti e di esperti del mondo del lavoro, delle professioni, che ha funzioni consultive e di proposta per organizzazione aree di indirizzo e utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità;
•la realizzazione di un Ufficio tecnico (per gli istituti settore industria e artigianato) con il compito di organizzare in maniera funzionale i laboratori, il loro adeguamento alle innovazioni tecnologiche, le misure necessarie per la sicurezza delle persone e dell'ambiente.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione dei percorsi quinquennali degli istituti professionali saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il dialogo con i docenti, i dirigenti e il personale degli istituti professionali, e il confronto con le Regioni e le parti sociali.
Per preparare l'applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con una Campagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l'anno scolastico 2010/2011.