L’Italia reagisce al problema climatico con un patto fra più di 2000 grandi imprese, economisti, associazioni e istituzioni
Manifesto di Assisi. Il
24 gennaio 2020 all’interno del Sacro Convento di Assisi è nato ufficialmente
il “Manifesto di Assisi”. Lo hanno firmato massime cariche istituzionali,
politiche e imprenditoriali sia nazionali che europee. “Quando neppure sapevamo
che esisteva Davos qui ad Assisi già si tutelava l’ambiente” ha affermato il
premier Giuseppe Conte che ha presenziato alla presentazione dei dettagli
finali del documento nel Salone d’Onore della Regione Umbria, dove sono stati
illustrati alla stampa i dettagli dell’appuntamento e presentate le ultime
adesioni oltre quelle già annunciate del presidente del Consiglio, del ministro
dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e del presidente del
Parlamento Europeo, David Sassoli.
Il documento.
“Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma
rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra
società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di
enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche,
istituzionali, politiche, sociali, culturali”. Questa è l’apertura del
documento che si è posto la missione di costruire un’economia e una società più
a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie
ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura.
I firmatari si dicono convinti della possibilità di azzerare il contributo
netto di emissione dei gas serra entro il 2050, cercando di coagulare le forze
sane, le intelligenze, le competenze e le volontà della società civile attorno
a questo obiettivo comune. Assisi si propone come centro di gravità per
un’economia attenta all’ambiente e all’uomo, per far fronte alla crisi
climatica, “nel segno dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco”.
I promotori.
L’evento è stato promosso da Symbola, la fondazione nata nel 2005 che promuove
e aggrega le qualità italiane all’insegna di green economy, cultura e coesione
sociale con ricerche, eventi e progetti raccontiamo aziende e istituzioni che
migliorano il Paese puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività,
capitale umano e territorio. Il manifesto è frutto degli sforzi del Sacro
convento di Assisi che si è proposto di tradurre in azioni concrete e in
approfondimenti lo spirito comune e onorare il Tau verde donato ai firmatari
dalla Comunità francescana del Sacro Convento, come simbolo dell’inizio di una
nuova alleanza. Nel concreto i promotori intendono censire tra un anno le
azioni grandi e piccole realizzate dai Firmatari. Il 24 gennaio scorso sono
stati intanto indicati alcuni terreni di incontro e confronto, la
responsabilità sociale delle imprese, l’economia circolare, territorio e
piccoli comuni, il ruolo della finanza. Grande interesse ha suscitato la
proposta di Stefano Zamagni di lavorare per il riconoscimento in sede
internazionale dell’ambiente come bene comune
I firmatari. La
risposta del mondo dell’economia è positiva. Con più di 2mila sottoscrizioni al
documento. “L’industria italiana è prima in Europa nell’economia circolare.
Tuttavia non dobbiamo accontentarci ma fare un salto di qualità per una nuova
fase, in cui la sostenibilità diventa il grande fine del Paese e dell’Europa,
con l’obiettivo di eliminare i divari tra territori, persone e imprese” ha
detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Anche perché conviene,
come conferma il fatto che a firmare il documento siano accorsi il presidente
di Coldiretti, Ettore Prandini, l’ammministratore delegato Enel, Francesco
Starace, e l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli. “Questo
manifesto, che delinea quindi un prima e un dopo per le politiche ambientali in
Italia, non poteva non partire dall’Umbria perché frutto della consapevolezza
green che hanno sia Assisi sia questa regione” ha affermato il direttore della
sala stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato. “Abbiamo dato alcuni
primi significativi segnali, è un cammino lungo e faticoso, ma non possiamo più
considerare la spesa per l’ambiente come un costo: è un investimento
essenziale” ha concluso il premier Conte al termine dei lavori.