mercoledì 12 febbraio 2020

Il manifesto di Assisi per l’economia sostenibile



L’Italia reagisce al problema climatico con un patto fra più di 2000 grandi imprese, economisti, associazioni e istituzioni
Manifesto di Assisi. Il 24 gennaio 2020 all’interno del Sacro Convento di Assisi è nato ufficialmente il “Manifesto di Assisi”. Lo hanno firmato massime cariche istituzionali, politiche e imprenditoriali sia nazionali che europee. “Quando neppure sapevamo che esisteva Davos qui ad Assisi già si tutelava l’ambiente” ha affermato il premier Giuseppe Conte che ha presenziato alla presentazione dei dettagli finali del documento nel Salone d’Onore della Regione Umbria, dove sono stati illustrati alla stampa i dettagli dell’appuntamento e presentate le ultime adesioni oltre quelle già annunciate del presidente del Consiglio, del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
Il documento. “Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali”. Questa è l’apertura del documento che si è posto la missione di costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura. I firmatari si dicono convinti della possibilità di azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050, cercando di coagulare le forze sane, le intelligenze, le competenze e le volontà della società civile attorno a questo obiettivo comune. Assisi si propone come centro di gravità per un’economia attenta all’ambiente e all’uomo, per far fronte alla crisi climatica, “nel segno dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco”.
I promotori. L’evento è stato promosso da Symbola, la fondazione nata nel 2005 che promuove e aggrega le qualità italiane all’insegna di green economy, cultura e coesione sociale con ricerche, eventi e progetti raccontiamo aziende e istituzioni che migliorano il Paese puntando su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio. Il manifesto è frutto degli sforzi del Sacro convento di Assisi che si è proposto di tradurre in azioni concrete e in approfondimenti lo spirito comune e onorare il Tau verde donato ai firmatari dalla Comunità francescana del Sacro Convento, come simbolo dell’inizio di una nuova alleanza. Nel concreto i promotori intendono censire tra un anno le azioni grandi e piccole realizzate dai Firmatari. Il 24 gennaio scorso sono stati intanto indicati alcuni terreni di incontro e confronto, la responsabilità sociale delle imprese, l’economia circolare, territorio e piccoli comuni, il ruolo della finanza. Grande interesse ha suscitato la proposta di Stefano Zamagni di lavorare per il riconoscimento in sede internazionale dell’ambiente come bene comune
I firmatari. La risposta del mondo dell’economia è positiva. Con più di 2mila sottoscrizioni al documento. “L’industria italiana è prima in Europa nell’economia circolare. Tuttavia non dobbiamo accontentarci ma fare un salto di qualità per una nuova fase, in cui la sostenibilità diventa il grande fine del Paese e dell’Europa, con l’obiettivo di eliminare i divari tra territori, persone e imprese” ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Anche perché conviene, come conferma il fatto che a firmare il documento siano accorsi il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, l’ammministratore delegato Enel, Francesco Starace, e l’amministratore delegato di Novamont, Catia Bastioli. “Questo manifesto, che delinea quindi un prima e un dopo per le politiche ambientali in Italia, non poteva non partire dall’Umbria perché frutto della consapevolezza green che hanno sia Assisi sia questa regione” ha affermato il direttore della sala stampa del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato. “Abbiamo dato alcuni primi significativi segnali, è un cammino lungo e faticoso, ma non possiamo più considerare la spesa per l’ambiente come un costo: è un investimento essenziale” ha concluso il premier Conte al termine dei lavori.

Sanders vince le primarie dem in New Hampshire: «Per Trump è la fine»



Il senatore socialista incassa un vantaggio chiaro ma non travolgente su Pete Buttigieg: 26% a 24%. Terza Amy Klobuchar (19,8%). Male Elizabeth Warren (9,4%), malissimo Joe Biden con l’8,4%

MANCHESTER (NEW HAMPSHIRE) - Bernie Sanders vincele primarie del New Hampshire con un vantaggio chiaro, ma non travolgente su Pete Buttigieg: 26% contro 24%. Amy Klobuchar si piazza, a sorpresa, al terzo postocon il 19,8%. Male Elizabeth Warren, 9,4%. Malissimo Joe Biden, quasi sparito dai radar con l’8,4%. Lo spoglio dei voti in New Hampshire quasi concluso (90% dei distretti) e tutte le proiezioni concordano sugli equilibri finali. La sostanza politica è chiara. Sanders, ormai è evidente, è riuscito a riaccendere il movimento del 2016, cui ha aggiunto la «cattiveria» organizzativa che sarà fondamentale per tenere testa a Bloomberg, Buttigieg e ora anche Klobuchar.

Il senatore deve un ringraziamento particolare ad Alexandria Ocasio-Cortéz, semplicemente esplosiva nel comizio finale di lunedì 10 febbraio a Durham. La giovane deputata potrebbe consentire a «Bernie» di fare breccia anche tra le minoranze dei latinos e degli afroamericani. Lo vedremo presto, in Nevada, il 22 febbraio e in South Carolina, il 29 febbraio. Il suo rivale del momento, il trentottenne ex sindaco di South Bend, regge l’urto su un campo ostico. La serata era partita tra qualche incertezza, ma nella notte ha recuperato fino a quasi raggiungere il battistrada. Buttigieg conferma il trend positivo cominciato il 3 febbraio con i «caucus», le assemblee dell’Iowa. Al momento è lui il leader dell’area moderata, l’alternativa a Sanders. Ma il suo primato, da oggi è insediato dalla senatrice del Minnesota.
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martedì 11 febbraio 2020

BIT Milano: la provincia di Pesaro Urbino si presenta



Innovativa, affascinante e accogliente: sono le parole chiave della Provincia di Pesaro e Urbino raccontata alla Bit, Borsa Internazionale del Turismo, nel format coordinato dal vice Presidente del Consiglio regionale delle Marche, Renato Claudio Minardi: “Dalla musica di Rossini, al fascino dell’arte con il divin pittore Raffaello Sanzio, ai grandi eventi della città di Fano, candidata capitale italiana della cultura 2021, fino agli eventi diffusi con le proloco e all’eccellenza agro-alimentare delle terre del Tartufo. Una proposta turistica completa che punterà sulle sue straordinarie potenzialità per far vivere un viaggio autentico a ogni tipo di turista”.
“Raffaello e i suoi territori nel segno della tradizione: tra arte, storia e cultura, gusto e sapori”, il titolo delle presentazioni turistiche della provincia – prosegue Minardi – è un itinerario nei luoghi di Raffaello, partendo dalla sua città natale, fra luoghi della cultura, musei, grandi eventi da Pesaro e Fano per tutto il Montefeltro insieme alle specialità della cucina italiana, tra cui il Tartufo e la Birra artigianale che nel territorio concentrano la maggiore produzione italiana ”.
Durante la kermesse fieristica riflettori puntati su Pesaro con l’assessore al turismo Daniele Vimini che ha presentato due luoghi della cultura simbolo delle Marche: il Museo Nazionale Rossini che racconta la vita, l’uomo e la grandezza nonché l’attualità dell’opera del grande compositore Gioachino Rossini, cittadino illustre di Pesaro. Collocata all’interno di Palazzo Mosca sede dei Musei Civici, la Sonosfera®, parte integrante del patrimonio del Museo Nazionale Rossini: un teatro per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica, eccellenza unica al mondo inaugurata all’inizio dell’anno 2020.
Il Sindaco di Fano, Massimo Seri, ha presentato la sua città “una realtà di mare insignita del titolo di Bandiera Blu, capace di accogliere i suoi ospiti in un’atmosfera intima, coinvolgente e ricca di stimoli culturali ed enogastronomici”. Con il sindaco anche l’assessore al Turismo Etienn Lucarelli per presentare gli eventi di punta di Fano: il Carnevale di Fano, il più antico e dolce d’Italia, Passaggi Festival della Saggistica , Fanum Fortunae – La Fano dei Cesari e il Fano Jazz By The Sea. A presentare la proposta di Fano anche la Presidente dell’Ente Carnevalesca Flora Giammarioli, Ippolita Bonci del Bene per Passaggi Festival e Adriano Pedini direttore di Fano Jazz. Adolfo Ciuccoli, presidente di Confesercenti Fano ha presentato il BrodettoFest e i progetti: Maps Flaminia, Compagnia del Montefeltro e Pesaro, Urbino e Fano nel mondo.
“Le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio – dichiara il Vice Presidente Minardi – saranno un’annata d’oro per il turismo delle Marche, riconosciute seconda destinazione turistica al mondo dalla guida Lonely Planet. La bellezza è il tratto forte di questa provincia capace di soddisfare il turista più esigente: dal mare alle colline, dai siti storici al patrimonio culturale fino agli eventi agroalimentari di eccellenza. Ad ogni visitatore sarà data la possibilità di portare con se’ un pezzo di questa splendida terra che si unisce in una rete di collaborazioni strategiche con una originale e completa proposta turistica”.
Arte, cultura e sapori con sua Maestà il Tartufo Bianco grande protagonista con gli amministratori del territorio: il sindaco Luca Lisi, il vice sindaco Antonella Marchetti e l’assessore Matteo Ottavi hanno presentato la 55^ Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, il sindaco Giannalberto Luzi ha raccontato le news della 57^ Mostra Nazionale del Tartufo Bianco pregiato delle Marche di Sant’Angelo in Vado, gli assessori Sabrina Santelli e Ciro Mariani la Fiera del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola e Massimo Cardellini consigliere comunale di Apecchio la Mostra Mercato del Tartufo e le Strade della Birra.
Con le Fiere del Tartufo, la stagione turistica si allunga fino alla fine di novembre per poi continuare fino all’Epifania grazie all’Unpli, Comitato Proloco provinciale, presente alla Bit con il vice Presidente Francesco Gulini e Alessandro Oliva per illustrare “Il Natale che non Ti aspetti” l’iniziativa che attrae turisti da tutta Italia e dall’estero.

lunedì 10 febbraio 2020

Cuneo fiscale, il paradosso del bonus Renzi: non converrà lavorare di più


Il taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di Bilancio sarà realtà a partire dal 1 luglio 2020. Ma c'è un paradosso di non poco conto
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che prevede l’allargamento da 80 a 100 euro del bonus Renzi per chi guadagna fino a 28mila euro e una nuova detrazione per i redditi fino a 40mila euro. Il taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di Bilancio sarà realtà a partire dal 1 luglio 2020. Ma c’è un paradosso di non poco conto.
Il taglio del cuneo fiscale per fasce di reddito
Per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il 2020. La platea dei beneficiari, tra lavoratori dipendenti privati e pubblici, aumenta di 4,3 milioni, passando da 11,7 milioni che percepiscono il bonus Renzi a 16 milioni di lavoratori. Il provvedimento non sarà invece applicato a circa 100mila persone nella Pa (magistratura, presidenza del Consiglio, carriere diplomatiche euro e prefettizie, Authority, dirigenza). Ecco come funziona per fasce di reddito: Redditi fino a 26.600 euro: aumento bonus da 80 a 100 euro mensili.
  • Redditi da 26.600 euro a 28mila: attualmente non ne hanno diritto, per loro viene introdotto il bonus Renzi di 100 euro mensili. Fino al 31 dicembre 2020 il bonus complessivo per i redditi fino a 28mila sarà di 600 euro, mentre per gli anni a partire dal 2021 il bonus passerà a 1.200 euro per ogni anno.
  • Redditi da 28mila euro a 40mila: il bonus Renzi si trasforma in detrazione fiscale equivalente, pari a 480 euro rimodulati, che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro per un reddito di 35mila euro lordi. L’importo del beneficio va poi a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40mila euro di reddito. La misura sarà in vigore solo per i sei mesi del 2020, da luglio a dicembre.
Il paradosso delle aliquote marginali effettive
Questo quanto prevede la riforma. Ma dicevamo, c’è un paradosso quantomeno discutibile. Come sottolinea su lavoce.info Simone Pellegrino, professore associato di Scienza delle Finanze all’Università di Torino, i benefici concessi ad alcune fasce di lavoratori da un lato creano una forte disparità di trattamento rispetto ai pensionati, e dall’altro hanno ripercussioni pesanti sulle aliquote marginali effettive.
Le aliquote marginali effettive sono le imposte che gravano su un incremento di reddito e vengono calcolate tenendo conto non solo delle cinque aliquote Irpef legali (23%, 27%, 38%, 41% e 43%) ma anche delle detrazioni per lavoro dipendente e carichi familiari, degli assegni familiari e di eventuali bonus.
Esempi pratici
Gli 80 euro attuali già comportano per gli 1,3 milioni di dipendenti che guadagnano tra 24.600 e 26.600 euro – fascia nella quale il bonus decresce rapidamente fino ad azzerarsi – una aliquota marginale effettiva che schizza all’80%. Tradotto, ciò significa che per queste categorie di lavoratori lavorare di più non risulterà più di tanto conveniente, perché l’80% del reddito aggiuntivo da straordinari se ne andrà tra maggiori imposte e minore bonus.
Lavorare di più per ottenere 100 euro lordi comporterebbe un aumento del reddito disponibile solo di 20. Non solo: con il bonus rafforzato questo paradosso riguarderà una fascia di lavoratori ancora più ampia, tra 5 e 5,5 milioni di persone.
Per chi percepisce redditi tra 28mila e 35mila euro, l’aliquota marginale sale al 45%, contro il 41 attuale. E tra 35 e 40mila euro arriva fino al 61%. Una percentuale molto superiore rispetto all’aliquota legale più alta, quella del 43% che si applica a redditi oltre i 75mila euro. Cosa significa questo? Che non c’è alcun incentivo a lavorare di più, perché non conviene.
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domenica 9 febbraio 2020

Il gran maestro del GOI Stefano Bisi nel “giorno del ricordo” rievoca le vittime del totalitarismo


Al Casino' di Sanremo venerdi' 14 febbraio. Bisi è autore di e Mitra compasso: storia dei rapporti tra Massoneria e Chiesa da Clemente XII a Benedetto XVI e di Massofobia. L'Antimafia dell'Inquisizione (ed. Bonanno).
REDAZIONE PENSALIBERO.IT | 9 FEBBRAIO 2020
Alle ore 17 di venerdì 14 febbraio il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, parla di “La Massoneria: un universo” nell’ambito dei Martedì Letterari del Casinò Municipale di Sanremo, coordinati da Marzia Taruffi, curatrice della rassegna. In dialogo con Aldo A. Mola, autore di documentate storie della Massoneria, Bisi farà chiarezza sull’attualità di un Ordine iniziatico che ha concorso alla crescita civile e culturale dello Stato italiano e da secoli propugna nel mondo la fratellanza tra gli uomini e i popoli contro ogni discriminazione per qualsiasi motivo o pretesto: etnia, lingua, religione, opinioni politiche. I capisaldi originari e odierni della Massoneria sono tutti recepiti anche dalla Costituzione italiana, punto di arrivo e di ri-partenza dell’Italia dalle sue radici umanistiche, illuministiche, risorgimentali e…liberomuratòrie.
Già direttore di testate giornalistiche e televisive, il Gran Maestro Bisi è autore  di Mitra e compasso:storia dei rapporti tra Massoneria e Chiesa da Clemente XII a Benedetto XVI e di Massofobia. L’Antimafia dell’Inquisizione (ed. Bonanno), replica argomentata e ferma alla relazione conclusiva della Commissione parlamentare “contro la mafia” che insinuò l’esistenza di una “zona grigia” tra criminalità organizzata e logge massoniche e, contro ogni evidenza dei fatti, asserì che la massoneria è “sostanzialmente segreta”, .
L’intervento del Gran Maestro è molto atteso a Sanremo, anche perché nel Ponente Ligure il Grande Oriente (come anche la Gran Loggia d’Italia) vanta numerose logge, anche più che secolari: “I Persistenti” di Ventimiglia, la “Giuseppe Mazzini” di Sanremo, la “Giuseppe Garibaldi” di Imperia, senza dimenticare la gloriosa “Sabazia” n. 96 di Savona, che ha da poco celebrato i suoi primi 150 anni al servizio della comunità (1869-2019) con un importante volume comprendente saggi di Giorgio Giulini, suo maestro venerabile, Claudio Bonvecchio, Giovanni Guanti, Sergio Rosso, Vinicio Serino e settanta pagine di “Note storiche” curate da Renzo Brunetti e Giuseppe Milazzo.
Di concerto con il Gran Maestro Bisi lo storico Mola ricorderà a Sanremo le principali figure della Massoneria a Fiume (la “Sirius” e la “Italia Nuova”), Pola (“Nazario Sauro”), Abbazia (“Concordia”), Gorizia (“Santa Gorizia”)…, senza dimenticare la “Alpi Giulie” e la “Guglielmo Oberdan” di Trieste: un “mondo” che documenta l’identità tra massoneria e unità nazionale. Il “regime” venne dopo e la sua prima vittima furono proprio i massoni sia del Grande Oriente sia della Gran Loggia, con la “legge fascistissima” del 1925 voluta da Mussolini e ancor oggi rimpianta dai massonofagi, che, non paghi di escludere i massoni dalle loro file, vorrebbero anche interdire ai “Fratelli” cariche politiche e pubblici impieghi: una pretesa del tutto anticostituzionale.

Fisco, tutto sulla tassa agevolata che premia gli stranieri


Attirare capitale estero per rimpolpare le casse dell'Erario: così lo Stato batte cassa
Le casse dello Stato italiano non godono di ottima salute. L’ingombrante debito pubblico e l’evasione fiscale rappresentano un problema, sopratutto per l’Erario. Allora perché non battere cassa attirando nel Paese capitali esteri?
È questa l’idea che sta alla base della tassa forfettaria per i gli stranieri varata dal Fisco italiano nel 2017, che ha attirato e continua ad attirare ancora oggi ingenti somme di denaro sul nostro territorio.
Chi sono gli stranieri che portano in Italia i loro capitali
Garantire un regime agevolato a chi sposta il proprio capitale dall’estero all’Italia, così da avere nuovi e maggiori redditi da tassare. Una soluzione questa che, come abbiamo accennato sopra, mette un po’ d’accordo tutti. Da una parte, infatti, c’è lo Stato che può contare su introiti che altrimenti non sarebbero stati garantiti, dall’altra invece il possessore di una determina somma di denaro (spesso ingente) che può godere di una tassazione migliore proprio per via di questo trasferimento.
Chi sposta in Italia il proprio capitale, così come stabilito dalla Legge di Bilancio 2017, deve anche trasferire nel nostro Belpaese anche la propria residenza, diventando a tutti gli effetti un contribuente attivo. Grazie a questo sistema, negli ultimi 3 anni, sono ben oltre 300 gli stranieri che hanno deciso di spostarsi verso l’Italia. Stando alle ultime notizie, inoltre, tanti altri hanno presentato richiesta all’Agenzia delle Entrate per poter fare la stessa cosa.
Quelli più interessati all’agevolazione fiscale, per ovvi motivi, sono gli stranieri facoltosi. Le somme di denaro che dichiarano al Fisco italiano, infatti, sono abbastanza importanti, proprio come il loro patrimonio. Ma chi sono questi stranieri ricchi che hanno scelto l’Italia? Stando ai report in possesso dell’Amministrazione Finanziaria, si tratta per lo più di campioni sportivi (come importanti calciatori), imprenditori, top model ed emiri, i cui nomi restano però riservati.
Per quanto riguarda i Paesi di provenienza, i dati di chi ha aderito nel 2017 vedono in testa la Gran Bretagna, seguita da Brasile, Francia, Svizzera e Stati Uniti. Ma capitale estero è stato portato in Italia dai nuovi residenti anche da Ucraina, Argentina, Cipro, Emirati Arabi, Mauritius, Principato di Monaco, Russia, Australia, Giappone, Iran e Singapore.
Regime agevolato per gli stranieri: come funziona
Per i redditi prodotti all’estero e trasferiti in Italia, a prescindere dal loro ammontare, il regime agevolato per gli stranieri prevede l’applicazione di un’imposta forfettaria fissa pari a 100 mila euro l’anno.
Questa tassa va a sostituire l’Irpef sui redditi prodotti all’estero, che non dovrà versare altro all’Erario. Attenzione però, tale agevolazione non viene riconosciuta per i redditi prodotti in Italia dallo straniero che ha spostato la propria residenza nella Penisola.
Per questi, infatti, continuerà a valere la tassazione ordinaria, per cui al reddito prodotto va applicata una delle 5 aliquote Irpef corrispondente al suo ammontare (salvo la nuova Riforma Fiscale non stabilisca qualcosa di diverso al riguardo).