venerdì 12 dicembre 2008

Reminder Giorno della Memoria 27 gennaio 2009



GIORNO DELLA MEMORIA :"IL LIBRO DELLA SHOAH ITALIANA "
27 gennaio presentazione de "Il libro della shoah italiana" di Marcello Pezzetti , al Dal Verme alle ore 21 , con l'intervento dei sopravvissuti italiani e di Ferruccio De Bortoli presidente della "Fondazione per il Memoriale della Shoa a Milano"
Locandina


dalle ore 24 e per tutta la notte del 27 gennaio 2009
mettiamo una candela accesa ad ogni finestra
Un momento di riflessione:
° Per ricordare la Shoah;
° per evitare il
ripetersi di triangoli nelle Scuole, nel lavoro,….


S
ROSSO COME DISSIDENTI POLITICI
H
VERDE COME CRIMINALI COMUNI
O
BLU COME IMMIGRATI
A
MARRONE COME ZINGARI
H

L'associazione IUniScuola è impegnata:
°a tenere alta l'attenzione,verso ogni forma di discriminazione
°a riflettere sugli eventi del passato, e sulle lacerazioni del presente :
27 gennaio 2009 Giorno della Memoria
Con la Legge 211/00 "la Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,
data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria,
al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali,
la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."

giovedì 11 dicembre 2008

PERSONALE DELLA SCUOLA:MODELLO COMUNICAZIONE DIMISSIONI


Al Dirigente scolastico dell'Istituzione
Scolastica


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______________

e,p,c.ALL'UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE
di______________

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Oggetto:Comunicazione dimissioni e richiesta liquidazione pensione


Il/La sottoscritto/a ………………………………………………………………………........…………………

nato /a …………………………………………………………………….……. il …………………………

e residente in Via /P.zza ……………………………………………………………….……...……………..

in servizio presso codesto/a ……………………………………………...……. dal ………………………..

in qualità di …………………………………………………………..……………..…., ritenendo di essere

in possesso dei requisiti di età e di contribuzione previsti dalla normativa vigente,

chiede
le dimissioni dal servizio a decorrere dal 1° settembre 2009.

A tal fine dichiara che la presente istanza è finalizzata al conseguimento della;

| | pensione di vecchiaia

| | pensione di anzianità

| | pensione di anzianità con trasformazione del rapporto di lavoro a part-time

In fede.
Firma ……………………………………
Allegati:
……………………………………….………;

………………………………….……………;

……………………………………………… .

Nota al 12 Dicembre 2008

CESSAZIONI DAL SERVIZIO dal 1.9.2009.

Requisiti per il personale della scuola al 31.12.2009:

35 anni di contributi e 57 anni di età o almeno 39 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica


clicca qui>>> TUTTOPENSIONE

L'insegnante titolare della classe sarà affiancato da aiutanti a tempo


La riforma delle scuole superiori partirà dall'anno scolastico 2010/2011.
E' quanto rende noto il ministero dell'Istruzione, spiegando che è stata presentata oggi ai sindacati la riforma del sistema dell'istruzione e degli ordinamenti scolastici. Provvedimento che sarà portato in Consiglio dei Ministri il 18 dicembre e che prevede anche l'avvio dal settembre 2009 della riforma del primo ciclo.

"Parte da oggi - spiega Viale Trastevere - una vera e propria rivoluzione e riorganizzazione della scuola in Italia. La riforma ha come obiettivo quello di modernizzare l'offerta formativa in Italia ed è il risultato del lavoro di questo governo e dei precedenti ministri Moratti e Fioroni". In concreto, dal primo settembre 2010 partirà la riforma del secondo ciclo, inizialmente prevista per il primo settembre 2009, "per dare modo alle scuole e alle famiglie di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi. In particolare sul secondo ciclo si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti. I punti principali della riforma sono lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie. In particolare saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni, l'aumento dello studio della lingua inglese, l'aumento delle ore scientifiche e di matematica".(Fonte ANSA)

MAESTRO UNICO SARA' FACOLTATIVO

Il maestro unico alle elementari sara' attivo solo su richiesta delle famiglie e tutti i regolamenti attuativi della riforma saranno approvati dalla prossima settimana dal Cdm. E' quanto emerso nella riunione a Palazzo Chigi tra sindacati, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta e il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, sulla riforma della scuola.(Fonte ASCA)

In conclusione:nella scuola primaria resterà il tempo pieno e l'insegnante titolare della classe sarà affiancato da aiutanti a tempo e forse ,ad esempio, in Lombardia da un aiutante di lingua padana.
Continua...clicca qui

mercoledì 10 dicembre 2008

IUniScuola.Voti on-line all'I.T.C.G. "G.Maggiolini" di Parabiago(MI


Dal secondo quadrimestre (7 gennaio 2009), sarà attivo l’applicativo “voti on-line”, che permette ai genitori di controllare attraverso un collegamento internet i voti dei figli frequentanti l’Istituto.
Il collegamento si trova sul sito della scuola alla voce “voti on-line”.
Per accedere è necessario possedere le credenziali di accesso (Username e password).
Dal 9 dicembre 2008 i genitori che non hanno le credenziali per l’accesso alla procedura potranno ritirarle in segreteria didattica in orario di sportello dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Il ritiro potrà essere effettuato direttamente dal genitore o, tramite delega, da altra persona (l’altro genitore, lo studente, ecc.).
Quanti abbiano già le credenziali di accesso possono continuare ad utilizzarle in questo anno scolastico.
I docenti sono invitati a controllare entro dicembre sia che l’associazione docente/classi/materie che li riguarda sia corretta sia che l’elenco alunni delle singole classi sia corretto e completo. Eventuali errori e/o imprecisioni vanno segnalate al prof. Crosta.
Il docente presente in classe deve far registrare la parte della presente comunicazione riguardante i genitori sul libretto personale degli studenti.

http://www.itcgmaggiolini.it/modules/news/

IUniScuolaLazio:PER UN’ITALIA TRASPARENTE


Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Cari amici,
abbiamo il piacere di invitarVi all’incontro CIVICUM :
PER UN’ITALIA TRASPARENTE
Roma, 15 Gennaio 2009 ( 10,00 – 13,00) Piazza San Lorenzo in Lucina, 41 - Spazio Etoile
Se anche Voi volete un’Italia trasparente, aiutateci a diffondere questo invito ai Vostri amici e contatti.
Solo se saremo in tanti potremo fare la differenza !
Grazie per confermare la Vostra presenza a info@civicum.it
Un cordiale saluto, Federico Sassoli de Bianchi Presidente
Fondazione CIVICUM Via San Pietro all’Orto 10 - 20121 Milano -Tel. +39 02 76002026-Fax. +39 02 795779
www.civicum.it

>>> Invito all'incontro

martedì 9 dicembre 2008

Credito e crisi: la strada del recupero della fiducia e della valorizzazione del localismo

La salvezza è nella centralità del cliente

La crisi che ha attraversato il sistema finanziario lascia aperto il dibattito sia sulle prospettive e i tempi di ragionevole uscita sia sugli strumenti da mettere in campo. Peraltro, è necessario valutare quali cause abbiano portato ad una situazione di crisi e quali siano le possibili logiche di risoluzione.

Sotto il profilo delle cause, la crisi ha visto il concomitante scatenarsi di determinanti molto differenti e, per certi versi, slegate fra loro. L’attuazione del nuovo sistema di regolamentazione sul capitale delle banche ha significativamente e deliberatamente ridotto la dimensione del patrimonio di vigilanza necessario per operare sul mercato, spingendo sì a una maggiore efficienza, ma contribuendo a ridurne la solidità.

Le scelte regolamentari delle autorità di vigilanza statunitensi hanno poi portato, con l’eliminazione del Glass Steagall Act nel 1999 e il passaggio dei controlli sull’investment banking dalla Fed (più stringente) alla Sec (meno stringente) nel 2002, a un utilizzo più disinvolto di operazioni esposte a forti rischi di conflitto di interesse: fra tutte, la cartolarizzazione di finanziamenti non performing e l’assistenza delle aziende finanziate al collocamento di obbligazioni.

La forte dinamica di crescita del mercato immobiliare americano e l’utilizzo spregiudicato dei mutui ipotecari su abitazioni già acquistate come forma di credito al consumo hanno condotto alla progressiva insostenibilità del debito da parte dei prenditori stessi in presenza di valori calanti degli immobili. Inoltre, l’applicazione dei principi Ias all’intero bilancio delle banche ha esposto a un’eccessiva volatilità le poste attive e il patrimonio netto, mentre la presenza di significativi “gap etici” (la proposta di derivati a controparti non consapevoli e preparate), ha alimentato una crescita dei rischi di default.

Tali determinanti si propagano dagli Usa, in un sistema finanziario fatto di banche oramai troppo grandi e interconnesse fra loro. Le ricadute emergono quindi a livello globale attraverso tre grandi fenomeni. In primo luogo, la diffusione di insolvenze e default dapprima rilevata per i mutui ipotecari, poi estesa ai veicoli strumentali e alle cartolarizzazioni, giunge fino alle banche e alle imprese assumendo una rilevanza, anche emotiva, intollerabile. In secondo luogo, il motore fondamentale, rappresentato dal sistema interbancario, è attraversato dalla sfiducia fra i partecipanti agli scambi e porta a una crescita dei tassi di interessi, che si riflette sia in un credit crunch sia in una crescita del costo dei finanziamenti. In terzo luogo, la clientela retail perde fiducia nel sistema finanziario, assumendo comportamenti volti a liquidare i propri investimenti attraverso la logica dei prelievi (e il trasferimento ad altri circuiti, quale quello postale) e dell’uscita dai fondi di investimento. Complessivamente, tali fenomeni spingono a una riduzione della liquidità funzionale alla concessione dei prestiti e a una crescita dei costi di utilizzo del sistema finanziario.

Le logiche di uscita si stanno sviluppando attraverso azioni di breve e di medio termine. Le prime hanno già portato in Europa e negli Usa a piani per garantire la ricapitalizzazione (salvataggio) di banche e per mitigare i rischi di default per la clientela retail. Se tali azioni hanno rappresentato un atto dovuto da parte dei governi, la partita effettiva dell’uscita dalla crisi si giocherà sulle azioni di medio termine.

Sotto questo profilo, due scenari molto diversi si stanno concretizzando. Il primo fa leva su interventi di forma neostatalista che potranno combinare la separazione fra commercial e investment banking a una presenza dello stato nel capitale delle banche e a una crescita della regolamentazione in tema di assunzione di rischi. Il secondo, più sfidante ma dai contorni più complessi, si può giocare su un deciso recupero della fiducia del cliente, sulla valorizzazione del localismo e del territorio, sul ripristino del ruolo delle fondazioni.

Le scelte regolamentari appaiono più rassicuranti, incisive e rapide, ma la centralità del cliente pazientemente aspetta il proprio turno.
di Stefano Caselli, ordinario di economia degli intermediari finanziari alla Bocconi

lunedì 8 dicembre 2008

Ebrei e cristiani, dialogo e insidie

Polemiche nella comunità ebraica italiana



Vivaci discussioni in seno alla comunità ebraica italiana. Oggetto delle polemiche, il rapporto con i cristiani in generale, con la Chiesa cattolica in particolare. Sbaglia chi pensa che si tratti delle solite questioni teologiche, condite da sottili e interminabili dispute rabbiniche. Dietro gli aspetti religiosi si celano problemi politici di decisiva importanza.
Gli antefatti. La decisione del Papa di reintrodurre, nella liturgia in latino, la formula “Oremus pro Iudeis” aveva indotto i responsabili della comunità ebraica italiana a interrompere il dialogo, nonostante le ripetute rassicurazioni fornite dalla Chiesa. Contro questa decisione si sono espressi due autorevoli ebrei italiani, Guido Guastalla e Giorgio Israel, che sul Corriere della Sera del 26 novembre hanno scritto per manifestare “profondo dissenso” sulla rottura del dialogo, in pratica prendendo le difese del Papa. “Il Talmud insegna che le spiegazioni sono più importanti del testo” ricordano Guastalla e Israel. A parere dei due, la “speranza di illuminazione” per gli ebrei da parte dei cristiani è nulla più di un “fatto circoscritto”, che in nessun modo può essere interpretato come volontà di “proselitismo”.
La replica non si è fatta attendere ed è apparsa sullo stesso giornale giovedì scorso, a firma di Giuseppe Laras, Amos Luzzatto e Daniele Nahum (il primo, è bene ricordarlo, è il presidente dei rabbini italiani). Costoro, pur riaffermando la volontà di dialogo con la Chiesa, rimettono le cose in ordine. E’ stato Benedetto XVI, con una “evidente stonatura”, ad avere provocato la “poco edificante querelle”: non il rabbinato italiano. “Si tratta di una preghiera di particolare valenza storica e simbolica - hanno scritto i tre - legata alla genesi e al diffondersi dell’antisemitismo e dell’insegnamento del disprezzo, malattie purtroppo ancora vive”. Di qui la “pausa di riflessione”.
E’ difficile dare torto a questi ultimi. Quale dialogo è mai possibile fra due interlocutori, uno dei quali pensa in cuor suo di voler convertire l’altro ? Del resto, non è stato forse proprio Ratzinger, a sostenere recentemente che “un vero dialogo interreligioso, in senso stretto, non è possibile” ?
Ma è opportuno sottolineare anche un altro aspetto, più strettamente politico. Nella loro lettera, Guastalla e Israel indicano “la crisi etica di dimensioni planetarie e la minaccia dell’integralismo islamico” fra le ragioni che rendono necessario il dialogo fra cristiani ed ebrei, “volto a promuovere la dimensione religiosa nella sfera pubblica”. Qui proprio non ci siamo. Quando la Chiesa cattolica preme sull’acceleratore dell’integralismo illiberale, gli ebrei fanno un pessimo affare nel reggere loro il sacco. Le minoranze religiose, soprattutto in Italia, hanno infatti tutto l’interesse a difendere la laicità dello Stato, che rappresenta una garanzia primaria per il loro diritto all’esistenza. L’abbraccio “protettivo” di oggi, potrebbe rivelarsi pericoloso domani, se la Chiesa dovesse riuscire a restaurare il suo primato. E la stessa minaccia del fondamentalismo islamico non deve spingere gli ebrei a cercare l’alleanza con la Chiesa cattolica. Quest’ultima, infatti, non esiterebbe a fare un uso spregiudicato, religioso e politico, del popolo ebraico, per contrastare la “concorrenza” musulmana. “Il dialogo fra ebrei e cristiani – scrivono ancora Laras, Luzzatto e Nahum nella loro replica – non deve affatto essere uno strumento dell’Occidente contro l’Islam.... Una siffatta ipotesi strumentale di dialogo è intellettualmente, moralmente e religiosamente inaccettabile”. Infatti.
Un’ultima considerazione. A ben vedere, il rapporto fra cristianità e popolo ebraico non è molto dissimile da quello che, in Medio oriente, intercorre fra mondo arabo e palestinesi. Come sono stati trattati gli ebrei nell’Europa “cristiana” ? E come sono stati accolti i palestinesi, quando hanno cercato rifugio nei paesi arabi ? Destino beffardo e crudele, quello che accomuna due popoli in guerra da sessant’anni
di Alessandro Litta Modignani
L'Opinione , sabato 6 dicembre.