Bernie Sanders si
è dichiarato vincitore delle primarie il Iowa. La campagna del senatore del
Vermont ha diffuso i suoi risultati interni delle primarie, dai quali emerge
Sanders in testa, seguito da Pete Buttigieg e Elizabeth Warren. Joe
Biden è quarto e Amy Klobuchar quinta.
Secondo questi dati,
corrispondenti a circa il 40 per cento dei caucus in Iowa, il senatore del
Vermont sarebbe primo nel conteggio finale con il 29,66 per cento, seguito da
Pete Buttigieg col 24,59 per cento. Terza la senatrice Elizabeth Warren col
21,24 per cento. Joe Biden quarto col 12,37 per cento, mentre la senatrice Amy
Klobuchar è al 11 per cento. Sotto l’1 per cento gli altri candidati.
Le primarie dem si sono
tenute in Iowa il 3 febbraio in vista delle Elezioni Usa 2020. (Qui abbiamo spiegato perché le primarie in Iowa
sono un test decisivo).
Risultati in ritardo
Intanto, è polemica sui
ritardi inerenti al risultato. Si tratta di un ritardo clamoroso, che sta
mettendo in serio imbarazzo i democratici. Alle 23 ore locali, le 5 del mattino
in Italia, sono state conteggiate solamente il 25 per cento delle schede. Nel
2016, alla stessa ora, era stato conteggiato l’80 per cento dei voti.
Secondo quanto dichiarato
dal Partito Democratico, i ritardi dei risultati in Iowa mostrano delle
“contraddizioni” ma “non sono il risultato di un’intrusione di hacker”.
Alle campagne dei candidati
è stato detto di non aspettarsi alcun risultato dai caucus in Iowa sino ad una
certa ora di martedì. Lo riferisce la Cnn.
I problemi dei democratici
nella diffusione dei risultati hanno scatenato l’ironia del presidente Donald Trump
che su Twitter ha scritto: “Grande vittoria per noi
nell’Iowa questa sera. Grazie!”.
Mai come quest’anno le
primarie democratiche sono incerte. Difficili da decifrare. L’attesa per l’Iowa
è alta perché durante le ultime cinque primarie del Partito Democratico chi
ha vinto qui e stato poi il candidato alle elezioni presidenziali.
Primarie dem in Iowa,
fondamentali per le elezioni Usa 2020
Come ormai tradizione dal
1972, negli Stati Uniti è il piccolo Iowa a
tenere a battesimo le primarie del Partito Democratico dove si
determina chi è lo sfidante di Donald Trump, impeachment permettendo, alle elezioni del 3 novembre 2020.
Per molti critici le
primarie nello Iowa sono scarsamente indicative visto che si
tratta di uno Stato, prettamente agricolo, dove soltanto il 27 per
cento della popolazione non è bianca, oltre al fatto che verranno eletti un
numero molto ridotto di delegati (basti pensare che la California ne andrà a
designare 415). Ma, scaramanzia o meno, chi si è guadagnato questo piccolo
stato ha poi vinto le primarie negli Stati Uniti: non è un caso che da
tempo tutti i candidati in corsa stanno battendo palmo a palmo
le contee di questo piccolo stato che, per una sera, avrà tutti gli occhi del
mondo puntati addosso.
Con questi Caucuses in Iowa –
almeno cinque contendenti restano in lizza per la nomination (ma
ufficialmente, in corsa, ce ne sono ancora dodici). I sondaggi davano Joe
Biden favorito, ma ogni candidato mostrava specifici punti di
forza; quindi ogni candidato, Biden compreso, ha anche
dei limiti importanti.
L’Iowa è la
prima tappa di una lunga stagione, che per i democratici si
concluderà il 6 giugno con il voto nelle Virgin Islands. Con ogni
probabilità, il candidato vincente sarà scelto a primavera inoltrata,
magari dopo il 28 aprile, quando le primarie a New York, Pennsylvania e
altri Stati del nord-est assegneranno oltre seicento delegati.
Alcuni prefigurano uno
scenario ben più drammatico: una brokered convention (a Milwaukee,
dal 13 luglio), una convention senza che nessuno abbia raggiunto i 1990
delegati necessari per sfidare Donald Trump a novembre. A quel
punto potrebbe essere guerra totale, con le fazioni del partito in lotta per la
vittoria.
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