mercoledì 5 novembre 2008

Donofrio di IUniScuola dice NO a chiusure scuole statali del Mezzogiorno




CONTRIBUTO di Leonardo Donofrio

Sono 1.247 le Istituzioni Scolastiche del Mezzogiorno ( BASILICATA-CALABRIA-CAMPANIA -PUGLIA-SICILIA.)individuate dal MIUR per la revisione del piano regionale di dimensionamento della rete scolastica . I plessi o punti di erogazione del servizio scolastico con meno o pari a 50 alunni nei piccoli comuni rappresentano un'istituzione importante anche nelle provincie del Mezzogiorno A fronte degli Istituti Scolastici che non raggiungono i 500 iscritti (o 300 se situati in zona di montagna)sono molti quelli dove eventuali accorpamenti porterebbero a successivi sdoppiamenti senza alcun risparmio effettivo. Tenendo anche conto del fatto che il rapporto tra dirigenti scolastici e alunni nelle regioni del Mezzogiorno è di uno a 682 ,occorre un puntuale dimensionamento aumentando gli istituti scolastici per favorire l'accoglienza degli alunni e per mantenere i 15.048 punti di erogazione del servizio per ordine e grado d'istruzione, che hanno una funzione di presidio del territorio onde favorire l'accoglimento degli alunni ed evitare lo spopolamento. Per Leonardo Donofrio di IUniScuola non è prioritaria la soppressione di qualche istituzione scolastica: questo problema viene ora tirato in ballo per ridurre i costi e non per non dare risposte alle gravi carenze di strutture di edilizia scolastica. In una scuola di piccole dimensioni inevitabilmente il costo per alunno è più elevato; chiudendole non è prevedibile un risparmio nel tempo. E' urgente invece continuare il processo per il dimensionamento ottimale da parte delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni del Mezzogiorno con il coinvolgimento del personale della Scuola e delle famiglie , prevedendo lo sdoppiamento degli istituti scolastici sovradimensionati con soluzioni di accorpamento adeguate alle esigenze del territorio per il mantenimento delle 4.247 Istituzione Scolastiche e dei 15.048 plessi se sostenuti dai comuni interessati. Le scuole private sono già 8.613 , pari al 36.40% degli istituti scolastici del Mezzogiorno; secondo Donofrio decidere di chiudere gli istituti Stalali favorisce gli "imprenditori del sistema scolastico privato".
http://leonardo-dinodonacom.blogspot.com/2008/10/re-4-ottobre-iniziativa-sulla-scuola.html
INTERVENTO di
ANTONIO BASSOLINO
ringrazia l’uditorio, stracolmo, e sottolinea come tale assemblea rappresenti un contributo positivo delle regioni meridionali al grande dibattito sulla scuola italiana. Anche oggi a Napoli, ha spiegato il governatore, ci sono stati due cortei di studenti, e dunque occorre mettersi all’ascolto per capire quali sono le ragioni che hanno portato tanti ragazzi, docenti ed esperti a manifestare e nel contempo a formulare proposte concrete. Le scelte del governo
sono state scelte avventate, ma è pur vero che non possiamo difendere lo status quo di una scuola e di un’Università che cambiano. Tanti sono gli operatori del mondo della scuola, insegnanti, dirigenti che lavorano quotidianamente per costruire il futuro. Il problema da porsi è come cambiare, nella scuola come nella Sanità. Le risposte non possono essere solo di cassa o singole. Stiamo vedendo ripensamenti nella stessa maggioranza; sono segnali di una prima apertura dovuta a questo grande movimento di studenti, docenti, dell’opinione pubblica. Bassolino ricorda le piccole vittorie ottenute grazie a prese di posizione come l’abbandono della Conferenza Stato-Regioni (e giovedì prossimo riprenderà dopo un mese di giusta sospensione), la battaglia contro il dimensionamento delle classi che aveva fatto rischiare il commissariamento. Si spera in un confronto costruttivo tra Ministero e Regioni meridionali. Si parla di potenziare il tempo pieno e di offrire incentivi ad insegnanti e a scuole virtuose, ma questi obiettivi vanno realizzati a partire dal Mezzogiorno. “Occorre intervenire sull’edilizia scolastica e sul potenziamento dell’offerta formativa. Come Regione abbiamo investito 300 milioni di euro in Campania per l’edilizia scolastica. E’ cruciale che accanto a noi ci sia il governo nazionale, perché le nostre risorse europee siano aggiuntive, non sostitutive . Occorre potenziare la scuola dell’infanzia ed il tempo pieno per scuole primarie e secondarie, per vincere il profondo divario con il Nord. Il tempo pieno è grande strumento di perequazione sociale, di civiltà, elemento fondante di una scuola moderna. Occorre che la scuola risponda alla complessità sociale; i dirigenti scolastici chiedono sempre più figure professionali nuove, come musicoterapeuti, logopedisti, etc; ci sono scuole a contatto con la realtà, le esperienze fatte nei quartieri a rischio, la capacità di utilizzare il know-how femminile”.
Bassolino cita la dispersione scolastica, una delle più grandi tragedie che affliggono la società meridionale. Dunque il convegno si pone quale momento di critica e di proposta , con le Regioni meridionali pronte a fare la loro parte in vista di un grande piano nazionale. Perché si possa ricucire un confronto positivo con il Ministero, coinvolgendo le migliori energie del territorio. Soprattutto in aree come Castelvolturno occorre offrire una scuola di qualità, sede privilegiata di inclusione sociale. Da qui il messaggio di stima e di ringraziamento a Roberto Saviano. Bassolino esorta a costruire assieme una nuova MISSIONE nella scuola di oggi, a partire dal Mezzogiorno dove essa è presidio di legalità. “LEGALITA’, SOLIDARIETA’, INCLUSIONE, QUALITA’ DELLO SVILUPPO sono i nostri obiettivi. Per sconfiggere la camorra, perché essa non è aliena al sistema, ma è dentro, e perciò più difficile da estirpare”
INTERVENTO di:
FAUSTO BERTINOTTI
, presidente Fondazione Camera dei Deputati, tiene un appassionante excursus sulla “Scuola come presidio dei valori della Costituzione”. Occorre mettere fine ad ogni atto di ostilità nei confronti della scuola, fino a sospendere i provvedimenti contestati. Le logiche di bilancio non possono essere fatte valere per la scuola: prima si fanno i tagli poi le riforme…La scuola è chiamata alla ridefinizione della sua missione e deve riprogettare il suo rapporto con il futuro. Il Costituente ha offerto una bussola in tal senso quando ha detto che la scuola deve essere aperta a tutti, esaltando l’indispensabilità della sua natura pubblica. La scuola ha un rapporto biunivoco con la società: o agisce positivamente su di essa o ne subisce il rovescio. Non esiste buona scuola in cattiva società. L’Italia ha ereditato una scuola elitaria, che resiste nell’impianto gentiliano di epoca fascista. Bertinotti ricorda la scuola del secondo dopoguerra, la società agroindustriale con alto tasso di disoccupazione, la strutturazione scolastica funzionale alla struttura sociale. L’ascensore sociale era precluso a figli di operai, braccianti, e intanto il Paese viveva una imponente migrazione da sud a nord. Cita Don Milani e la “Lettera a una professoressa”, la rivolta operaia che conduce alla realizzazione di una scuola di massa, al formarsi di una coscienza civile; le lotte dei lavoratori-studenti, il riconoscimento delle 150 ore e la critica alla scuola classista e meritocratica. Quando questo non c’é avviene una regressione e la scuola diviene solo un costo, come qualunque parte del welfare. Ricorda la grande lezione del compianto Vittorio Foa, la demistificazione che conduce alle divisioni, la flessibilità e il precariato causato dalla globalizzazione, l’attuale incertezza delle persone. L’operazione che compie il governo oggi è avventuristica, socialmente sbagliata, perché conduce ad una strisciante guerra civile. Se non investi oggi il naufragio di domani sarà più grave, costoso. Ecco il crollo del capitalismo internazionale e la necessaria inversione di tendenza. Basterebbe citare l’articolo 3 della Costituzione per comprendere che occorre investire sulla RISORSA UMANA, l’unica accettabile. E’ ciò che fanno in Francia molte multinazionali che investono sulle nouvelle ville e sulle banlieu, perché la diversità fronteggia l’incertezza del futuro. Si fanno i conti con le seconde generazioni di immigrati. “Se lo capisce una multinazionale – conclude Bertinotti – forse dovrebbe capirlo meglio uno Stato repubblicano!”.
A conclusione dei tre giorni di confronto per «una scuola pubblica di qualità in tutto il paese». sarà redatto un Manifesto finale delle Regioni del Sud, condiviso con tutti i soggetti coinvolti, da sottoporre all’attenzione del Governo, e che sarà reso pubblico sul sito web

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