Il 4 novembre si celebra la Giornata dell'Unità nazionale e
Festa delle Forze armate: perché si festeggia e da dove viene la figura del
Milite Ignoto
Oggi 4 novembre si celebra la Giornata dell’Unità nazionale e
la Festa delle Forze armate, festa ufficiale italiana seppur per chi lavora non si tratta di un
giorno di vacanza (nonostante lo fosse fino agli anni ’70). In questa data si
celebra l’Unità nazionale in seguito l’annessione di Trento e Trieste
al Regno d’Italia, e la giornata delle forze armate, poiché proprio quegli
ultimi giorni di guerra vennero dedicati alla commemorazione di tutti i soldati
morti in guerra.
Perché proprio il 4 novembre? Il 4 novembre 1918 entrò in
vigore il cosiddetto armistizio di Villa Giusti,
dalla villa del conte Vettor Giusti del
Giardino a Padova in cui fu siglato il giorno prima, fra
l’Impero austro-ungarico e l’Italia. Alla firma dell’armistizio si fa
coincidere convenzionalmente la fine della Prima Guerra Mondiale.
Seppur la vittoria fu annunciata in pompa magna dal comandante delle forze
armate italiane, il generale Armando Diaz, l’armistizio non fu un reale
successo per l’Italia. Gli Stati della Triplice Intesa, Francia, Russia e
Regno Unito, non concessero all’Italia (che pur ne era parte) tutti i territori
promessi in precedenza: all’Italia andarono il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria
e Trieste, ma non la Dalmazia e la Libia.
GIORNATA DELL’UNITÀ NAZIONALE E FESTA DELLE FORZE ARMATE 2020
Oggi 4 novembre 2020, come ogni anno, le maggiori cariche
dello Stato si recano all’Altare della Patria in piazza Venezia a Roma per
deporre una corona d’alloro presso la tomba del Milite
Ignoto. Durante questa cerimonia viene eseguito l’Inno di Mameli,
originariamente noto come Canto degli Italiani, e nel cielo di Roma si
stagliano le Frecce Tricolori. Il Ministero della Difesa ha
diffuso uno spot per celebrare la Festa delle Forze armate e
rendere grazie a tutti coloro si sono spesi per il bene collettivo. Il motto
del 4 novembre 2020 è Io Ci Credo e la voce narrante afferma: “Credo
nel mio paese e nella sua gente. Credo nell’impegno e nel coraggio. Credo
nell’alzare lo sguardo e nel valore dell’altro. Credo nel domani e nell’Italia
che spera. Perché siam popolo. Unito sotto una sola bandiera”
CHI È IL MILITE IGNOTO SEPOLTO A ROMA?
In diversi Paesi del mondo coinvolti della Prima Guerra
Mondiale si diffuse il costume di dare sepoltura ai militari morti in guerra,
dei quali non era stato possibile riconoscere l’identità. Nei primi anni
’20 si cominciò a discutere anche in Italia dell’introduzione della figura
del Milite Ignoto, prima ad opera del colonnello Douhet e
poi ad opera dell’onorevole De Vecchi, la cui proposta divenne legge il
4 agosto 1921. Una commissione andò a recuperare i cadaveri resi
irriconoscibili dai cimiteri militari, in prossimità dei teatri di guerra
più cruenti. Si scelsero 11 salme che vennero trasportate ad Aquileia,
nella cui basilica vennero celebrati i funerali di stato e la cerimonia della
scelta. La scelta della salma da tumulare a Roma toccò alla signora Maria
Bergamas, madre di Antonio Bergamas, un volontario irredentista non
rinvenuto. La salma fu trasportata nella Capitale e sepolta con una cerimonia
solenne all’interno dell’Altare della Patria, il 4 novembre 1921 in
occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Da
quel giorno la tomba del Milite Ignoto è vigilata da
un picchetto d’onore.
DI GAETANO MORACA
CHI È IL MILITE IGNOTO SEPOLTO A ROMA?
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