L'ostilità del blocco nordeuropeo a titoli comuni di debito dimostra i limiti del disegno europeo.E il silenzio dei partiti
progressisti impedisce soluzioni innovative
Il premier olandese Mark Rutte, forse il più strenuo
nemico degli Eurobond, in una conferenza stampa congiunta con la cancelliera
tedesca Angela Merkel.
L’emergenza SARS-CoV-2 ha scombussolato molti
dei piani politici e teorici che hanno contrassegnato il dibattito
negli ultimi anni. È stato un elemento di rottura in quell’ordine del
discorso dominante che fino a oggi è stato in grado di imporre la
governance politico-militare per il controllo e lo sfruttamento delle
varie espressioni del lavoro e del sapere vivo contemporaneo.
Ha fatto riscoprire il valore del welfare, che
oggi potrebbe mettere in campo la sua rivincita se le forze di sinistra
battessero un colpo. Riporta di attualità il tema del reddito, seppur
declinato in vari modi, più o meno temporanei (di emergenza, di quarantena),
rompe la litania cara alla destra e alla Lega sul pericolo migranti (ora
che il contagio viaggia dal ricco Nord al povero Sud). Insomma, molti luoghi
comuni del potere sembrano vacillare di fronte a questa emergenza sanitaria.
Ma solo alcuni. Non siamo così ingenui da pensare che la
struttura di comando venga messa in discussione. Per lo meno in Europa.
Posizioni a confronto
Il dibattito in corso su come fronteggiare l’emergenza a
livello europeo lo conferma. È evidente che soluzioni nazionali non
sono sufficienti e che diventa necessario, come minimo, un certo grado di coordinamento.
Due sono le posizioni a confronto. Come
cercheremo di argomentare, nessuna delle due è sufficiente. La prima vede
un primo accordo tra i Paesi dell’area mediterranea e la Francia, la seconda unifica
invece le posizioni del Nord Europa, Germania in testa. La prima
privilegia un intervento europeo di sostegno tramite la possibilità
per i singoli stati di emettere dei bond europei (giornalisticamente
denominati Coronabond), garantiti dalla Banca Europea degli
Investimenti, BEI (non dalla BCE), per finanziare la necessaria spesa
in deficit per tamponare gli effetti recessivi e occupazionali della crisi
recessiva in atto. La seconda, invece, chiede che si faccia ricorso al Fondo
Salva Stati (MES – ESM), in procinto di essere riformato..
Di Andrea Fumagalli*
https://valori.it/politica-ipocrita-stati-europei-sinistra/
Di Andrea Fumagalli*
https://valori.it/politica-ipocrita-stati-europei-sinistra/
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