martedì 7 aprile 2020

Coronabond, la politica ipocrita degli Stati e la sinistra pavida




L'ostilità del blocco nordeuropeo a titoli comuni di debito dimostra i limiti del disegno europeo.E il silenzio dei partiti progressisti impedisce soluzioni innovative
Il premier olandese Mark Rutte, forse il più strenuo nemico degli Eurobond, in una conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
L’emergenza SARS-CoV-2 ha scombussolato molti dei piani politici e teorici che hanno contrassegnato il dibattito negli ultimi anni. È stato un elemento di rottura in quell’ordine del discorso dominante che fino a oggi è stato in grado di imporre la governance politico-militare per il controllo e lo sfruttamento delle varie espressioni del lavoro e del sapere vivo contemporaneo.
Ha fatto riscoprire il valore del welfare, che oggi potrebbe mettere in campo la sua rivincita se le forze di sinistra battessero un colpo. Riporta di attualità il tema del reddito, seppur declinato in vari modi, più o meno temporanei (di emergenza, di quarantena), rompe la litania cara alla destra e alla Lega sul pericolo migranti (ora che il contagio viaggia dal ricco Nord al povero Sud). Insomma, molti luoghi comuni del potere sembrano vacillare di fronte a questa emergenza sanitaria.
Ma solo alcuni. Non siamo così ingenui da pensare che la struttura di comando venga messa in discussione. Per lo meno in Europa.
Posizioni a confronto
Il dibattito in corso su come fronteggiare l’emergenza a livello europeo lo conferma. È evidente che soluzioni nazionali non sono sufficienti e che diventa necessario, come minimo, un certo grado di coordinamento.
Due sono le posizioni a confronto. Come cercheremo di argomentare, nessuna delle due è sufficiente. La prima vede un primo accordo tra i Paesi dell’area mediterranea e la Francia, la seconda unifica invece le posizioni del Nord Europa, Germania in testa. La prima privilegia un intervento europeo di sostegno tramite la possibilità per i singoli stati di emettere dei bond europei (giornalisticamente denominati Coronabond), garantiti dalla Banca Europea degli Investimenti, BEI (non dalla BCE), per finanziare la necessaria spesa in deficit per tamponare gli effetti recessivi e occupazionali della crisi recessiva in atto. La seconda, invece, chiede che si faccia ricorso al Fondo Salva Stati (MES – ESM), in procinto di essere riformato..
Di Andrea Fumagalli*
https://valori.it/politica-ipocrita-stati-europei-sinistra/

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