domenica 5 gennaio 2020

Che il 2020 sia l’anno di rinascita della Sinistra italiana!


Sulla candidatura di Giani alla Regione Toscana, come già di Bonaccini in Emilia, si è ricomposto un vasto schieramento espressione delle culture riformiste laiche e liberali. Potrebbe essere il punto di partenza per una fase nuova.

E’ un moderato, lunga vita; è un moderato a morte!
Dunque, pare che anche i più riottosi alla fine abbiano “ceduto” sulla candidatura di Eugenio Giani. Quella sinistra/sinistra (aggettivo e sostantivo) con sempre meno contatti con la società, ma con fiero, immutato, e antico piglio da detentrice dei destini del mondo. Della serie “sappiamo noi come si fa”.
Quel manipolo di rivoluzionari (mai fatta una rivoluzione) che il “moderato” Renzi dei tempi napoleonici, avrebbe fatto finire immediatamente in Siberia a meditare…
E invece il vecchio-caro PD, conscio della posta in gioco (presente e futura) vestendo i panni del buon padre di famiglia, è riuscito a tenere insieme la galassia, e finanche il pulviscolo atmosferico, nonostante Giani, eppure grazie anche a Giani.
Di questi tempi è una notiziona anche questa!
Colui che il caro compagno Graziano Cioni (che forse ai tempi di quando era sceriffo sarebbe stato il primo a sforacchiarlo con la sua temibile Colt) definisce socialista moderato, che socialista è certamente, soltanto che col moderato ci andrei cauto.
Bisogna tornare indietro di una trentina d’anni però, quando il candidato alla guida della regione, muoveva i primi passi sulla scena politica fiorentina, dove, nonostante allora Craxi fosse già il dominus della politica italiana, altro che Renzi (scusate l’accostamento), sopravviveva la corrente di sinistra nel PSI, quella lombardiana guidata da Valdo Spini che tra il Circolo Rosselli, le istituzioni locali e nazionali e le sezioni, riusciva a tenere in piedi una piccola e agguerrita minoranza, dalla quale anche il Giani venne fuori. Minoranza socialista che aveva visto tra i suoi più illustri, originali ed anche fortemente “eretici” esponenti quel Tristano Codignola, protagonista prima dell’antifascismo con Giustizia e Libertà, e poi della scena politica, culturale ed editoriale fiorentina.
Lo ricordiamo ancora con grande affetto in molti, quando fu incaricato dalla federazione fiorentina di tenere dei corsi di storia politica a noi del movimento giovanile coi quali ci correvano non più di 5/10 anni di differenza. E la sua vena divulgativa veniva già fuori allora con tutto il piacere e la passione di raccontare la storia politica italiana e del Partito Socialista, cercando di rimanere il più possibile fuori dalle parti e dalle fazioni, cosa che gli riusciva piuttosto bene, salvo che con Lelio Basso (altro grande eretico della sinistra italiana) del quale nutriva una malcelata ammirazione. Non propriamente “un socialista moderato”.
Il resto è abbastanza noto, salvo rimarcare che la carriera e i traguardi ottenuti, non sono stati frutti del caso, ma di un lungo lavoro di preparazione e di azione sul campo.
Ad avercene.
Per questo non perderemo la Toscana nel 2020 nemmeno si candidasse Salvini in persona.
Ma l’occasione di un socialista al n° 10 di Piazza del Duomo square, come conseguenza della già annunciata in partenza, vittoria del centro-sinistra toscano unito, dopo una lunga stagione di sconfitte ovunque, ci deve spingere ad una operazione politica di lungo respiro e visione. Bisogna saper far tesoro delle occasioni buone.
Parta quindi dalla Toscana, un minuto dopo, l’ideazione e la richiesta di una Epinay italiana.
Quello cioé, che seppe fare la sinistra francese nel 1971 dopo anni di sconfitte, divisioni, scissioni e inconcludenza. Un processo sostenuto fortemente anche dalla SFIO (l’equivalente della CGIL e UIL italiane) anche se i sindacati di oggi, non stanno certo meglio dei partiti.
Ma se non ora, quando? Che si diano una mossa anch’essi.
Una operazione necessaria e non più rinviabile che superi una volta per tutte quello che accadde al Livorno un secolo fa, e che contribuì a scavare solchi che divisero il popolo e a spalancare le porte al mostro del fasci-nazismo che provocò una guerra ancor più spaventosa di quella dalla quale si usciva. Non possiamo continuare a non imparare mai nulla dalla storia. Che il 2020 sia l’anno di rinascita di tutta la sinistra italiana!
Alessandro Silvestri

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